«Prendendo atto dell’impossibilità di realizzare a Venezia un lungimirante sviluppo di un’area come il Quadrante di Tessera, Save ha deciso di non perseguire oltre nel progetto».
Il presidente di Save, Enrico Marchi, gestore dell’aeroporto di Tessera, ha annunciato l’uscita della società dal piano di riorganizzazione delle aree che prevedevano il nuovo stadio e la nuova sede di terraferma del Casinò di Venezia. Lo ha fatto parlando per quasi un’ora. Non solo per motivare la scelta di Save, ma per spiegarne la genesi della sua scelta, i retroscena e i motivi che lo hanno portato a dire basta. Un monologo che ha avuto più volte modo di indicare un solo colpevole nella decisione finale: il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.
Il presidente Marchi ha spiegato che le trattative partono da un accordo del 2008 con l’allora sindaco Massimo Cacciari, attualmente da rivedere per le nuove norme Enac che ora richiedono 1 chilometro di terreno di margine dall’aeroporto.
Save, in questi anni, aveva acquistato oltre 100 ettari di terreni per lo sviluppo dell’area, poi le aveva offerte al Comune in cambio dell’allargamento delle piste dell’aeroporto: «Ora metteremo in vendita quelle aree, visto che al Comune non interessano – spiega Marchi – mi dispiace che sia andata così, ma questo sindaco non rispetta gli accordi e neanche i contratti firmati».
«Noi non vogliamo più essere l’alibi per il Comune di Venezia che non fa nulla, non realizza lo stadio e addossa la colpa ad altri. Oggi il sindaco Orsoni ha detto che se è tra gli ultimi sindaci in Italia è colpa del Governo…»
«Se il problema che bloccava lo stadio era Save – conclude Marchi – voglio proprio vedere che cosa sarà capace di fare il Comune».
Paolo Pradolin
[14/01/2014]
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