Un altro affezionato al traffico dell’apparente timbro del cartellino, è stato smascherato e ora la Guardia di Finanza lo ha accusato di truffa e peculato. E’ un sandonatese dipendente dell’Arpav, l’agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto, nata nel 1997, che invece di lavorare andava in giro per la città o a fare la spesa, stando attento a timbrare il cartellino all’inizio e alla fine della giornata.
Qualche volta si recava in sede a timbrare al mattino e poi ritornava a casa.
In ufficio ci andava poco ma riusciva a far figurare la sua presenza vidimata sui registri elettronici. L’uomo era addetto ad accertamenti e verifiche tecniche negli apparati della città, ma il suo lavoro, per anni, è stato escogitare sistemi e tranelli per fare ciò che più lo aggradava, giri in bicicletta, compere, passeggiate.
Nel 2015 si è assentato dal lavoro per circa novanta ore, utilizzando talvolta per la spesa, il furgoncino dell’Arpav. Pietro Iero, capitano delle Fiamme gialle lo ha monitorato per un anno, registrando almeno 53 situazioni di assenteismo, anche le verifiche sui tabulati del cellulare hanno dimostrato la sua continua e giornaliera distanza dal luogo di lavoro. Si desume che anche le pratiche relative alle competenze dell’Arpav, che riguardano un settore delicato e importante della città, siano rimaste ferme nel cassetto della scrivania.
La conseguenza è presto detta: la guardia di Finanza ha perquisito e requisito cartellino, computer e documentazione del dipendente, sia dalla sede Arpav, che dalla sua abitazione, ascoltato i colleghi di lavoro, i funzionari, per verificare le dinamiche che gli hanno consentito di “farla franca” per tanto tempo, senza che nessuno si sia accorto della sua assenza.
Redazione
27/10/2016