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Zaia: «A 900 ricoveri, in 2-3 giorni, scatta la fascia gialla per tutto il Veneto»

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Positivi 46.992, 54 ricoveri più di ieri, terapie intensive 88: 7 in più di ieri, lunedì 26 ottobre. Dodici morti in più. Positivi a domicilio 18.770, di cui sintomatici 604: il 97% non ha sintomi. Si cresce di una cinquantina di pazienti in area non critica, al giorno, dice il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, aggiornando la situazione Covid regionale oggi, 27 ottobre. Per ogni paziente in terapia intensiva ce ne sono nove ricoverati non gravi. La caratteristica ad oggi è che l’infezione ha un curva ben in ascesa per i ricoveri non critici: Pneumologia, Infettivi, ecc.

Belluno e Treviso in terza fascia

Siamo nella seconda fascia, arancione, (delle 5 di emergenza, dalla più bassa alla più alta descritte nei giorni scorsi dal presidente) per andare in terza fascia si superano i 150 ricoveri in Intensiva o i 900 in area non critica. Belluno è già in questa condizione (terza fascia) e anche Treviso che inizia a essere interessata dalla soglia dei 900 dei ricoveri non gravi, spiega Zaia. Villa Salus, Dolo e Jesolo, a Venezia, destinati a tornare Covid hospital. Se il trend continua in questo modo, a 50 ricoveri al giorno, in 12 giorni andiamo alla quarta fase: dai 900 ai 1500 ricoveri non gravi. La curva dei ricoveri in area non critica riprende quella di marzo.

I ricoveri e le intensive

«Il passaggio alla terza fascia avverrà, secondo questo trend, in 3,4 giorni. Già ieri abbiamo dato disposizioni di cominciare a scaldare i motori e chi ha ospedali privati, per avvisarli. Questo per preservare gli hub provinciali, in caso di emergenza, mantenendo inalterata l’attività ospedaliera ordinaria. Quando chiudiamo piccoli ospedali è perché non possiamo mescolare la degenza tra Covid e non, lasciando puliti dei reparti per le degenze ordinarie e senza scendere sotto le 200 terapie intensive per i non contagiati – dice il presidente – Abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro per riformulare un protocollo di cura domiciliare, anche per capire, alla luce delle nuove evidenze scientifiche, quale sia il miglior protocollo di cura a casa. Per gli anticorpi monoclonali si lavora già, all’estero, per la somministrazione a domicilio».

Personale ospedaliero

«Abbiamo 82 medici infettati in Veneto e 450 operatori sanitari: guardiamo con attenzione i dati e l’evoluzione – dice Zaia -. Facciamo il tampone ogni 7 giorni a coloro che sono maggiormente esposti al rischio negli ospedali (medici, infermieri, operatori)». Tamponi ogni 7 giorni anche agli operatori delle rsa (case di cura); ogni 20 giorni agli ospiti.

Il Dpcm

«Sabato sera, in virtù della mia posizione, i governatori hanno scritto una lettera al governo dicendo che alcune disposizioni del Dpcm, come la chiusura alle 18 dei locali e centri sportivi, non si comprenda alla luce degli assembramenti che si possono verificare nei centri commerciali, ad esempio. A scuola sono stato fra i primi a proporre la didattica a distanza (Dad) ma l’avrei fatta al 50%: le regioni non hanno margini di discrezionalità», così non c’è stata alternativa al 75%, spiega il presidente. Le restrizioni sugli assembramenti e mascherine sono fondamentali, afferma il governatore, «ma non possono poche categorie pagare per tutti, altrimenti ciò vuol dire che le prescrizioni date fino ad ora sono state inutili. Non ho dati, ripeto, che confermino un maggior tasso di incidenza di locali, pub, ristoranti o palestre e piscina, nella dinamica del contagio. Spero il governo riveda il Dpcm». Qui in Veneto non si sono viste macchine della polizia bruciate e oggetti distrutti. «Non sono cose da veneti, ho visto piazze piene di gente che chiede di lavorare», afferma Zaia

Autosomministrazione del tampone

Il dottor Roberto Rigoli, direttore di microbiologia a Treviso, sta sperimentando il tampone rapido e ora farà una prova per questi nuovi test in auto somministrazione: due settimane per considerare finita la prova. Cinquemila test da provare in doppia, insieme al molecolare, poi dovremo avere l’autorizzazione dallo Spallanzani di Roma, in modo che il cittadino possa ritirare il test in farmacia dicendo in un portale pubblico l’esito del tampone. I primi pezzi devono arrivare e devono poter esser fatti senza la necessità di seguire istruzioni.

Antonella Gasparini

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