Finalmente è stato recepito in una Legge il diritto alla continuità affettiva dei bambini in affido familiare. E insieme quello dei genitori affidatari che troppe volte, come registra la storia di questi anni, si son visti portar via il loro bambino dopo un lungo tempo di vita comune, dove si erano stretti legami profondi e significativi.
Legami che venivano interrotti quando il bambino, vittima dei meandri ingarbugliati e crudeli del sistema burocratico, veniva strappato alla sua famiglia e consegnato a coppie in possesso dell’idoneità all’adozione.
“La legge emanata non è perfetta, ed è carente su tanti aspetti”, chiarisce la senatrice Francesca Puglisi, Pd, prima firmataria della stessa che molto conta, a questo punto, sulla sensibilità dei giudici nella sua applicazione.
Sì, la Legge votata è frutto di mediazione e di adattamento alla posizione ferrea della destra e parte del mondo cattolico che ha escluso questo diritto alle coppie di fatto e ai single.
Una questione controversa e discriminante l’essere coppia e sposati, anche perché sono tanti i bambini che vivono un rapporto familiare felice con una persona sola o con coppie di fatto e mai vorrebbero abbandonarli o essere abbandonati.
La continuità degli affetti e la valorizzazione dei legami che segnano la crescita di un bambino rimangono in bilico dentro una legge imperfetta, ma che comunque si avvia a considerare finalmente il diritto di un bambino ad essere cresciuto e amato da chi è in grado di farlo e la delicatezza delle norme legislative richiederà grande esperienza pedagogica e psicologica, piuttosto che lacci e legacci che nulla hanno a che fare con il diritto dei bambini ad essere amati.
Andreina Corso
14/10/2015
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