Dedicato a Erri De Luca
Quando la parola induce a ragionare, ecco che il verbo sabotare diventa salutare.
Un uomo che invoca di non distruggere la terra, non può ricevere in cambio una guerra.
Un uomo richiamato da un tribunale, per nulla aver fatto di male, se non sollecitare le coscienze, merita il rispetto della mente.
Un uomo che difende acqua, aria e terra, che non esita a schierarsi a testa alta,
non è un uomo solo che si offre, richiama quel mondo così affollato e così ignorato, che alle sue montagne ci tiene, che conosce il canto dei torrenti e il silenzio degli alpeggi.
Sabotare una velocità inusitata, ruspe fendenti il cuore della natura, è arte pura.
La violenza non c’è, non c’era nella parola sabotare, era più simile ad amare il suo significato, ed ogni uomo dovrebbe essergli grato.
Lo ha capito anche la Giustizia che se un uomo si batte anche per noi silenti e rassegnati, non merita l’umiliazione della colpa, anche se già è stato ferito da quelle accuse spropositate, che sono state inutilmente alimentate.
E non solo per rispetto a lui, ad un uomo che pensa, ma per fedeltà alla ragione che ci tiene alla sua intelligenza, alla buonafede e alla fiducia, che alla fine si mostra, senza audacia.
Andreina Corso
20/10/2015
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