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Venezia, venditori di dardi fermano i turisti senza mascherine. Lettere

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Venezia, venditori di dardi fermano i turisti senza mascherine. Lettere

Buongiorno
ieri sera, attanagliata dal caldo afoso e soffocante, ho deciso di muovermi con mio marito e di fare quattro passi per Venezia.
Famiglie e gruppi di giovani in passeggiata di quello che sembrava a tutti gli effetti un “sabato sera normale”: ho provato un senso di sollievo e quasi di piacere pensando a una città che, nonostante ciò che abbiamo passato e che ancora ci aspetta, cerca di non arrendersi e di andare avanti.

Ma il grande afflusso e la “sensazione di normalità” hanno fatto tornare anche chi non si vedeva da mesi: i venditori abusivi di dardi luminosi.
Giunti a San Bartolomeo siamo stati accolti da un saliscendi di freccette azzurre: due bengalesi, completamente senza mascherina, si avvicinavano ai passanti per proporre il loro “prodotto”.

Con la curva dei contagi in risalita – e notando che camerieri dei vicini bar non abbandonassero mai le protezioni – ho pensato a quanto fossero pericolosi quei passaggi di mano, quelle distanze ravvicinate e la totale assenza di precauzioni.

Abbiamo così girato per il Ponte di Rialto, e una volta in sommità non abbiamo potuto non notare alcuni dardi già finiti sui tetti, persi da un venditore o da qualche cliente dalla mira imprecisa.

A San Giacometto ci attendeva un’altra pioggia di freccette azzurre: una lanciata da un altro bengalese – anche questo senza mascherina – che dopo averla raccolta da terra si è avvicinato per proporcela, altre tre da altrettanti bambini che si divertivano a farle volare nel cielo.
venditori dardi luminosi 2 venezia nostra 600
Alla luce dei molti focolai riemersi soprattutto in Veneto, ho trovato assurdo che la compravendita avvenga in maniera così palese, con gli abusivi segnalati dalla luce dei loro stessi dardi.

I venditori di freccette esistono da anni: vengono dal Bangladesh, sono indigenti e cercano solo di sbarcare il lunario; ma in un momento di emergenza sanitaria – quando le attività “normali” devono attenersi a pratiche obbligatorie come distanziamento, protezioni e sanificazioni – la “tolleranza” dovrebbe lasciare il posto al rispetto delle regole.

Evidentemente l’aura di “normalità” che aleggiava ieri sera ha fatto abbassare un po’ troppo la guardia anche a chi, dimenticando come un solo contatto “a rischio” possa innescare una serie di contagi, accettava che uno sconosciuto senza mascherina lo approcciasse e gli mettesse in mano un “prodotto” destinato ai propri figli.
venditori dardi luminosi 3 venezia nostra 600
Sperando che il fatto venga posto all’attenzione di chi di dovere, vi allego alcune foto scattate con il mio telefonino.

Vi ringrazio e vi saluto

Mirella
Castello – Venezia

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