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“Venezia, la luna e tu”: un tuffo nella Venezia degli anni ’60 con Alberto Sordi

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Venezia, la luna e tu: un incantevole viaggio nella Venezia del passato sia pur artificiale attraverso la celluloide. Già negli anni ’60, ovviamente, Venezia, città dei canali e delle romantiche gondole, affascinava i visitatori di tutto il mondo. Il film ha saputo catturare tutta l’essenza magica di questa città ricucendo una storia leggera come si addiceva ai film dell’epoca. La pellicola è diretta da Dino Risi nel lontano 1958 e interpretata da un grandissimo Alberto Sordi che si immerge in una venezianità che pare autentica e mai forzata.

La trama del film ci porta nel cuore della Venezia di quel tempo, mostrando la vita di Bepi, un gondoliere professionista, che è fidanzato con Nina. Nonostante la sua relazione stabile, Bepi non rinuncia alle sue avventure con le turiste che quotidianamente accompagna sulla sua gondola. Fino al giorno in cui annuncia il suo imminente matrimonio con Nina a tutte le belle di Venezia. A quel punto Bepi scatena l’ira delle veneziane, che non prendono bene questa notizia. La sua futura moglie, tuttavia, pone un chiaro veto: vuole vedere solo vecchiette sulla sua gondola.

Un equivoco, però, porta Bepi a imbarcare due giovani e affascinanti turiste americane al posto delle anziane signore. La gelosia di Nina cresce sempre di più, e lei decide di vendicarsi tornando a frequentare un suo antico spasimante, Toni. Nel frattempo, Bepi cerca di liberarsi delle due turiste americane, ma le cose si complicano quando queste donne si invaghiscono di lui e vogliono sposarlo. La trama si snoda tra momenti di divertimento e malintesi, portando Bepi e Nina a una rottura temporanea.
Tuttavia, nel giorno del matrimonio tra Nina e Toni, Bepi si rende conto di aver ancora una possibilità con la sua amata. Allora si precipita alla chiesa, felice di scoprire che Nina non ha ancora pronunciato il fatidico “sì”.

Sebbene il film abbia ricevuto alcune critiche negative all’epoca, va sottolineato che la performance di Alberto Sordi ha reso tutto molto vicino al comico. La pellicola riesce a ritrarre la figura del gondoliere in modo esilarante, giocando sul forzatissimo accento veneziano dei protagonisti e sulle dinamiche della Venezia già turistica del dopoguerra.
Le scene del film sono un affascinante viaggio nel tempo, che ci porta a rivedere una Venezia di un’epoca passata, con le sue calli e i suoi canali caratteristici. Il regista Dino Risi riesce a catturare la bellezza di questa città da cartolina, regalandoci momenti nostalgici e spensierati.

Sono numerose le scene da ricordare, sullo sfondo di una Venezia inevitabilmente da cartolina da rivedere con nostalgia per la serie “Come eravamo”.
Il film si apre con un’ovvia serie di riprese che vanno a riprendere i monumenti simbolo della città, con una lunga carrellata in bacino San Marco, sulle gondole, per poi proporre un breve giro in soggettiva per i canali. Quindi si inquadra il palazzo Ducale dall’alto, piazza San Marco e la relativa invasione di colombi.
“Qua ci troviamo sul Canal Grande, là in fondo c’è il Palazzo Labia”, dice Bepi da quasi sotto al ponte degli Scalzi. Il gondoliere
poi accosta chiamando Lucia, una delle sue tante conquiste per avvisarla che non potrà più vederla, visto che sposerà presto la Nina: siamo sulla riva dell’Hotel Principe.

Sempre per via dell’imminente matrimonio con la Nina, Bepi si trova a dover scaricare anche Dorina, che vediamo usare un battipanni
sulle scale d’accesso dal famoso Palazzo Pisani-Moretta in Canal Grande.
Don Fulgenzio, invece, scende dalla gondola di Bepi nei pressi della Misericordia. Scenderà in Campo dell’Abbazia, dove finirà in mezzo a una partitella di calcio tra ragazzini che lo fan quasi cascare in terra.
Le due case di Bepi e Nina stanno vicino alla Salute, nella fondamenta Soranzo delle Fornaci, che dà sul ponte di San Gregorio.

“Venezia, la luna e tu”, di Dino Risi, con Alberto Sordi e Marisa Allasio, del 1958, è un film che vi raccomandiamo assolutamente di recuperare o di rivedere.

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Il film è solo una simpatica commediola, ma alzi la mano chi non ride a sentire l’improbabile veneziano del mio adoratissimo Sordi. Oppure la tontaggine adorabile di Manfredi. O restare incantato dalla bellezza sovrumana della Allasio. Alla fin fine ce lo si rivede sempre.
    “AMERICANE, AAARRRRR”

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