“Ci risiamo. Ho dovuto depositare un esposto alla Corte dei Conti per verificare che la giunta regionale abbia speso correttamente la somma dei 605mila euro di fondi pubblici, gravanti quindi sulle tasche dei cittadini contribuenti , per coprire le spese di 7 consulenti reclutati dall’ufficio del garante regionale dei diritti alla persona. Una cifra importante per la quale il 14 Marzo scorso, avevo formalmente richiesto alla giunta regionale le motivazioni di tale scelta e , sorpresa delle sorprese, per la prima volta, in 45 anni da quando esiste la Regione Veneto, un’interrogazione è stata dichiarata inammissibile.”
“Le motivazioni del rigetto, prive di qualunque significato giuridico, si fondano su un provvedimento adottato dopo il deposito della mia interrogazione”
Ossia sulla determinazione della Giunta per il regolamento n. 05 del 12.04.18 (http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jspn=1013&p=1013&c=11&e=1011&t=0&key=determinazioni#determinazione16). Ho inoltre presentato alla Presidenza del Consiglio Ciambetti una richiesta di annullamento in autotutela del provvedimento di rigetto perché è intollerabile che un atto ispettivo di un consigliere regionale possa essere dichiarato inammissibile oltretutto sulla base di un provvedimento successivo”.
“E stiamo parlando dello stesso Consiglio regionale Veneto che sul proprio sito web richiama il “principio della trasparenza inteso come accessibilità totale alle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni” (di cui al D.Lgs. 33/2013)