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Una poesia per una donna anziana che vive in una casa di riposo. Di Andreina Corso

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Mi chiedo: come festeggerai l’8 Marzo, tu donna anziana che vivi in una casa di riposo. Certamente riceverai le mimose e guardandole toccandole, annusandole, ti ricorderai della ragazza, della donna che eri, prima di diventare vecchia e essere ricoverata in un posto che non è casa tua.
Perché non vi riconosco, mimose?
Perché mi pesate sulle ginocchia?
Il riflesso sui miei occhi spenti
cambia colore, come fosse contrario
al mio guardare.
Per favore, lasciate stare,
non ce la faccio a mostrarmi contenta,
io non c’entro con questo otto marzo
né con quello di ieri o di domani,
non ditemi, auguri, non stringetemi le mani.
Per favore lasciate stare.
Andreina Corso

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9 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Gentili lettrici e lettori, durante un’esperienza vissuta per sette anni e poi interrotta a causa del Covid in una residenza per anziani, dove ogni settimana mi recavo per leggere poesie, pagine di libri e parlare, ascoltare i loro ricordi, episodi della loro vita, confrontarmi con loro, che sembravano contenti in quelle ore, gli occhi rivelavano stupore e mi parve che si risvegliasse una speranza, ho visto tante situazioni. Persone ricoverate con una invalidità al 100%100 con molti problemi di salute, che i familiari, anche loro già anziani e malati non erano in grado di accudire. Altre persone, che erano solo anziane e che entravano nella struttura con la promessa della famiglia che si trattava di una situazione temporanea e che poi sono diventate residenti della stessa. Nei loro occhi c’era risentimento, comprensibilmente. Altre ancora, per povertà (il Comune in questi casi provvede alla retta); E ancora: c’è chi non ha più figli e famiglia, chi vive l’umiliazione di non essere gradito in casa. La differenza la facevano le visite che ricevevano: c’era chi veniva tutti i giorni, chi una volta alla settimana, chi, soprattutto familiari di una persona invalida e malata, veniva sempre e si rammaricava con noi per essere stata costretta al ricovero. Alcuni ospiti della Residenza, non ricevevano visita alcuna, vivevano lì, abbandonati da tutti, per anni, ed erano quelli più soffrenti per l’abbandono, ai loro funerali, non partecipava nessuno. In quel posto lavorano persone motivate, che svolgono molte attività ricreative, per chi può partecipare. Il loro interesse per la persona è grande e generoso , svolgono un lavoro non semplice, ma c’è molto cuore. Eccomi a dirvi quindi che l’ideale sarebbe poter aver accanto la propria madre, il proprio padre o nonni e sta alla coscienza di ognuno la scelta, che se presa in buonafede e nell’interesse del familiare e del suo benessere, può rivelarsi la migliore, perché la la vecchiaia in sé non è una malattia. Sono spesso le condizioni di salute che determinano la scelta.

  2. I genitori vanno tenuti a casa, non servirebbero tutte queste residenze per anziani.
    Questa sua asserzione giudica e pontifica in generale. Io almeno parlo di un’esperienza personale.
    Buona domenica

    • Gentile Shylock the first,
      magari lei ha ragione ma le garantisco che oggigiorno per chi lavora e ha già una propria famiglia a cui badare risulta estremamente difficile tenere in casa il proprio genitore anziano.
      Anche tenerlo nella sua di casa è davvero difficile perché comporta un grande impegno, fatto di corse e rinunce a scapito del poco tempo libero disponibile, per chi ancora come me lavora.
      Anche assumere legalmente e mantenere una persona nel ruolo di assistente h 24 in casa del genitore invalido al 100%, è il mio caso, le garantisco che economicamente è estremamente difficile e sicuramente non alla portata di tutti.
      Mi permetta di dirle che a volte è opportuno conoscere con mano prima di parlare.
      Spero non si trovi mai nella situazione di dover prendere una decisione, quella di mettere un proprio caro in una rsa, davvero dolorosa e difficile per chiunque.
      Con i migliiri saluti

      • Gentilissima AZ, magari ho già questa situazione,ma non importa, nessuno sa cosa bolle nella pentola altrui, forse sono troppo vecchio, ma come si usa dire : ” una volta ” una volta gli anziani restavano a casa fino alla fine, una volta non si aveva paura di mostrare ai bambini i nonni che invecchiavano, oggi forse è vero non c’è più tempo, oggi si lavora in due, in molti casi non proprio per necessità, ma più che altro per avere di più, per andare magari a fare un viaggio alle Maldive per poi esibire l’abbronzatura, ( non tutti sdia chiaro ). Ricordate che i genitori hanno rinunciato quando eravate piccoli, a fare tutto quello che volete fare voi oggi, noin vi hanno messo in un Istituto per bambini, vi hanno pulito cacca e pipì fino a quando non avete imparato a pulirvi da soli, credo vadano ripagati oggi che loro sono ritornati a essere bambini. Leggete Erasmo da Rotterdam “Elogio della pazzia” . Le auguro buona fortuna. Shylock the first

        • Lei scrive: oggi si lavora in due, in molti casi non proprio per necessità, ma più che altro per avere di più, per andare magari a fare un viaggio alle Maldive per poi esibire l’abbronzatura, ( non tutti sia chiaro ). Le assicuro che non è il mio caso. E in merito all’essere magari vecchio, come lei scrive, la sottoscritta va verso i 65…quindi non sono una giovincella con grilli nella testa. Se però lei vuole accudire anche la mia di mamma mi faccia sapere.
          Cordiali saluti

          • AZ, ogni scarafone è bello a mamma sua. Tanto per essere chiari, non prenda tutto sul personale, perchè io mi riferisco in generale.Shylock the first

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