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Ue detta la linea: 3-4 ore al giorno senza energia elettrica e sostegno all’Ucraina

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Ue “decide” cosa succederà nei prossimi mesi: taglio ai consumi elettrici all’interno di un quadro di immutato sostegno all’Ucraina.
Il taglio ai consumi elettrici varato da Bruxelles sarà illustrato dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nell’atteso discorso sullo Stato dell’Unione alla Plenaria del Parlamento europeo.

Chiedendo ai Paesi e ai cittadini l’unità necessaria per il momento di crisi senza precedenti, bisognerà spiegare come affrontare un lungo inverno fatto di emergenza energetica e di inflazione alle stelle.
Il pacchetto di proposte sull’energia varato dal collegio dei commissari si fonda sostanzialmente su tre assi sui quali Bruxelles si appresta a legiferare: il taglio obbligatorio ai consumi elettrici, il contributo di solidarietà da chiedere alle società oil&gas, il tetto ai ricavi delle società che producono elettricità da fonti a basso costo diverse dal gas.

Il taglio ai consumi sarà quantificato attorno al 10% su base mensile (e raffrontandolo con la media dei consumi negli ultimi 5 anni nel medesimo mese). La riduzione nelle ore di punta sarà fissata al 5%.

Spetterà poi ai Paesi quantificare e individuare in quali fasce attuare il taglio, in quali giorni, con la Commissione che, nel testo, raccomanda una media di 3-4 ore per ogni giorno feriale.

E’ un sacrificio grande, ma “permetterà di allentare lo stress sulla produzione di elettricità, ridurre il consumo di gas e avere un effetto positivo sui prezzi”, ha spiegato la commissaria all’Energia Kadri Simson intervenendo alla Plenaria.

L’iniezione di liquidità per le imprese che operano sul mercato energetico è invece slittata, ma solo perché va coordinata con lo schema europeo sugli aiuti di Stato.

Nel pacchetto il grande assente resta il price cap, il tetto al prezzo del gas usato come arma da Putin, annunciato e sbandierato, ma non attuato.

Quello al gas russo potrebbe essere superato, quello all’import totale di metano di fatto non ha il consenso necessario.
Germania e Olanda (quest’ultima con un occhio alla borsa di Amsterdam) restano perlomeno scettici.

Il grande timore a Bruxelles è inoltre che mettendo il tetto ai prezzi i fornitori scappino. La Norvegia, del resto, ha già manifestato la sua contrarietà alla misura.

L’ipotesi, allora, sarebbe quella di negoziare con i singoli fornitori il prezzo del gas, facendo una differenza tra quelli considerati affidabili e quelli meno.

Il dossier, di certo, finirà sul tavolo di un nuovo Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia convocato per il prossimo 30 settembre. Anche perché, se da un lato ci sono i fornitori dall’altro c’è il rischio di estese proteste dei cittadini europei.

Praga, dove nelle settimane scorse in 70mila hanno manifestato, non a caso ha annunciato che metterà un price cap nazionale a gas e elettricità il prossimo anno. Il vertice europeo di Praga di inizio ottobre sarà il tavolo decisivo per un possibile accordo.

Il rischio di uno scollamento non è sfuggito a von der Leyen, che nello Stato dell’Unione di mercoledì mattina potrebbe tornare sulla necessità di un’Ue compatta nella risposta a Vladimir Putin. Una risposta che deve includere anche il sostegno all’Ucraina. In serata la presidente dell’esecutivo Ue ha accolto la first lady di Kiev con tanto di visita alla Cattedrale di Strasburgo. Un momento di relax, prima del nuovo chiaro appello ad un’Europa che sia al fianco dell’Ucraina.

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La discussione è aperta: una persona ha già commentato

  1. Solito clisce’ …..la gente deve fare sacrifici mentre chi specula si riempie le tasche con la scusa di aiutare l’Ucraina ….ormai indebitata con gli Usa per i prossimi millenni come tutta l’Europa……che è anche indebitata con la Cina …..

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