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Troppi barconi verso l’Italia da soccorrere: la Guardia Costiera chiama la Marina Militare

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E’ attraccata al porto di Crotone poco dopo le 00:30 un’imbarcazione che trasportava circa 500 migranti soccorsi al largo della costa calabrese dalla guardia costiera. Si tratta di un peschereccio in pessime condizioni, che stava navigando in un mare forza 6. La barca è arrivata scortata da tre motovedette della Capitaneria di Porto di Crotone e protetta da un rimorchiatore. Le operazioni di sbarco sono iniziate poco prima dell’una di questa notte. I migranti sono stati condotti al centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto.

Il peschereccio era stato intercettato nel pomeriggio dalla Guardia costiera, sotto scorta, era giunto fino a due miglia da Capocolonna utilizzando propulsione autonoma nonostante le condizioni del mare – forza 4 sotto costa – fossero difficili per una barca in pessime condizioni e sovraffollata. In vista dell’arrivo a Crotone, dove il mare si era rinforzato, l’imbarcazione è stata affiancata dal rimorchiatore ‘Alessandro Secondo’ di Crotone che, come si dice in gergo, l’ha “presa a pacchetto” legandola sul proprio lato di dritta con delle cime. In questo modo il peschereccio è potuto arrivare in sicurezza nel porto di Crotone. A bordo, secondo i primi riscontri, ci sarebbero solo uomini ed alcuni minori, in gran parte provenienti dall’Afghanistan.

Ma la situazione nelle nostre coste di approdo è tesa a causa di un vero e proprio boom di partenze verso l’Italia: circa 4.600 in 48 ore. E la macchina del soccorso in mare si è mossa con un imponente spiegamento di forze per salvare tre barconi sovraccarichi – con oltre 1.300 persone a bordo – nel mare Jonio. Ma ad un certo punto non è più bastato: è così intervenuta anche una nave della Marina Militare, chiamata dalla Guardia costiera, viste le troppe persone da mettere al sicuro.

Complessivamente sono state attivate cinque motovedette, tre navi e un aereo: altre tragedie non sono infatti ammissibili mentre infuriano ancora le polemiche per il mancato intervento sul caicco che si è frantumato a pochi metri dalla costa calabrese facendo 73 vittime. Si va verso la primavera – e condizioni meteo più favorevoli ai viaggi – con numeri che preoccupano il Viminale: gli arrivi del 2023 sono a già a quota 17.500, il 194% in più dell’anno scorso. Anche i dati Frontex registrano l’impennata di flussi nel Mediterraneo centrale: +116%.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo le visite in Tunisia, Libia e Turchia, ha in programma nelle prossime settimane puntate anche in Costa d’Avorio (è il Paese di provenienza del maggior numero di migranti quest’anno, 2.383) e Egitto, per sensibilizzare entrambi a contrastare le partenze. C’è la rotta del Mediterraneo Centrale, essenzialmente da Libia a Tunisia, che continua ad essere attraversata da decine e decine di barchini. A Lampedusa ieri ne sono arrivati ben 41, un record. E dalla mezzanotte di oggi, eccone altri 22.

Tra ieri e oggi 2.900 persone, in totale. Si è rischiata anche la tragedia con un barchino con 42 a bordo naufragato in acque sar italiane: i passeggeri sono stati soccorsi prima da un peschereccio tunisino e poi dalla Guardia costiera italiana. L’hotspot dell’isola è strapieno, con oltre tremila ospiti a fronte di una capienza di 400 posti.

La nave Diciotti della Guardia costiera, proprio mentre trasportava 180 persone prelevate da Lampedusa, ha soccorso altri 480 migranti: arriveranno questa mattina a Reggio Calabria. Il Viminale è impegnato a svuotare il centro con una serie di trasferimenti verso la terraferma, ma si tratta di un lavoro complesso perché invalidato da ulteriori arrivi. Altri mille sono stati riportati indietro dalla Guarda costiera tunisina. La maggior parte sono originari dell’Africa subsahariana. Paese già in forte crisi economica, la Tunisia fatica a contenere le centinaia di migliaia di immigrati presenti sul suo territorio per tentare la traversata verso l’Europa. Cresce però anche la rotta orientale, quella che parte dalla Turchia, da dove proveniva il barcone di Cutro.

Eagle 1, lo stesso aereo dell’operazione congiunta Themis di Frontex che per primo ne aveva segnalato la posizione alle autorità italiane, venerdì ha avvistato i tre barconi sovraccarichi nel Mar Jonio. Uno con circa 500 a bordo a 70 miglia a sud di Crotone; gli altri due, con complessivi 800 passeggeri circa, a 100 miglia a sudest di Roccella ionica. In serata i mezzi italiani sono arrivati sul posto ed hanno avviato le operazioni di trasbordo, rese “particolarmente complesse – spiega la Guardia costiera – per il numero elevato di persone presenti sulle imbarcazioni alla deriva”.

E sono proprio gli arrivi massicci, concentrati in poco tempo, a mettere in difficoltà sia il sistema di soccorso in mare che quello dell’accoglienza. Con centinaia di imbarcazioni – molte alla deriva – sparse dal Canale di Sicilia allo Jonio, non è semplice organizzare i salvataggi. E così in una giornata campale come quella di venerdì la Guardia costiera – responsabile delle operazioni Sar – ha chiesto il supporto della Marina Militare, che ha mandato verso il mar Jonio “alla massima velocità” – fa sapere il ministero della Difesa – la nave Sirio, pattugliatore d’altura di 90 metri.

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  1. L’unità nazionale fa’ paura, meglio una società multietnica, divisa da radici che ognuno difende e che alzano muri innescando guerra civile. Ormai sono gli italiani gli stranieri in Italia. Siamo con le spalle al muro, additati a razzisti ed omofobi se vogliamo difenderci e condannati a vivere nel terrore grazie uno Stato che di governo in governo non difende gli italiani, anzi li denigra. Le nostre chiese sono vuote ma in compenso il governo italiano vende i suoi territori per innalzare Moschee, l’Islam non è una religione è una LEGGE e ne vediamo le conseguenze, figlie uccise per voler abbracciare la libertà di scegliere la loro vita. L’Islam sta’ prendendo il sopravvento in Italia ed in Europa e riporteranno presto il Medio Evo, presto vedremo le donne europee con il velo. Attentati terroristici dimenticati che in Europa hanno provocato morti. A Venezia abbiamo un ponte chiamato Valeria Solesin. Chi sono i fascisti imperialisti? Coloro che vogliono difendere il territorio italiano o coloro che non vogliono difenderlo? Come mi disse una missionaria laica:- E’ l’Italia che li chiama, loro stanno bene in Africa. Ci credo. Se avessero voluto bloccare gli sbarchi ed i morti annegati lo avrebbero già fatto ma, continuano a prenderci in giro, gli sbarchi non cesseranno mai e nemmeno gli arrivi attraverso i Balcani. Gheddafi difendeva la Libia che era uno Stato in cui il reddito pro capite era superiore a quello italiano e difendendo il suo territorio e la sua ricchezza difendeva l’Europa, ma è stato ucciso perché “dittatore”. Ad una famiglia italiana in difficoltà vengono tolti i figli e messi in comunità mentre una famiglia straniera ha assistenza, casa, lavoro e sussidi economici. Gli italiani invece non vogliono lavorare, dicono. In Italia i lavoratori avevano i loro diritti rispettati, ora i diritti dei lavoratori non esistono più, come non esiste più nessun diritto, specialmente quello alla salute. Aumenta la popolazione e gli Ospedali, i Pronto Soccorso vengono chiusi, le liste d’attesa aumentano e i medici di base diminuiscono grazie al numero chiuso per accedere alla facoltà universitaria di medicina. Tutto previsto. Come scrisse Oriana Fallaci EURASIA ed EURAFRICA. L’Italia è nel caos totale voluto ed orchestrato affinché Asia ed Africa si svuotino per essere DEPREDATE dalle loro enormi ricchezze. Possiamo scrivere e dire ciò che vogliamo ma va’ tutto in fumo. Quello che non mi capacito è perché gli italiani vanno ancora a votare. Per cambiare cosa? Tutto è distrutto e tutto e compiuto, indietro non si torna.

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