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La tragedia di Mattia, 8 anni: la corsa al PPI del Lido, il ricovero al Civile, il decesso: la Procura indaga

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La Procura di Venezia ha tutta l’intenzione di chiarire le circostanze della prematura scomparsa all’età di soli otto anni, di Mattia Coada del Lido di Venezia. Proprio in questa direzione di ricerca della verità, è stata programmata un’autopsia sul corpo del piccolo che verrà eseguita questa settimana. Mattia, come si ricorderà, è improvvisamente deceduto lo scorso giovedì, intorno alle 17 all’ospedale Civile di Venezia.

L’obiettivo principale della magistratura è chiarire ogni circostanza che circonda il mistero della morte di Mattia, residente al Lido di Venezia insieme alla sua famiglia. Solo in presenza di completezza di indagine, verrà autorizzata la celebrazione dei funerali. Cerimonia, d’altra parte, che si prevede partecipata e toccante da parte dell’intera comunità dell’isola, profondamente colpita da questa tragedia che ha investito la famiglia Coada.

In sostanza, gli accertamenti condotti dalla Procura mireranno a stabilire se le cause che hanno portato alla morte di Mattia fossero prevedibili in qualche modo o se invece l’esito fatale era inevitabile. Inoltre dovranno chiarire se tutte le procedure siano state applicate in maniera corretta nella fase dell’assistenza, che è durata dalle 22 di mercoledì circa, con l’accesso al PPI, alle 17 di giovedì, momento, purtroppo, in cui si è registrato il decesso del bambino di otto anni.

Secondo quanto trapelato, l’infausto evento ha avuto inizio quando il piccolo ha manifestato un forte mal di pancia nella notte tra mercoledì e giovedì. I genitori lo hanno prontamente portato al punto di primo intervento del Lido, al Monoblocco, ma il quadro clinico non convinceva i medici. Così Mattia è stato trasferito d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Civile di Venezia, come previsto per i casi “importanti”.

Il quadro clinico si è rivelato fin da subito estremamente grave, tanto che i sanitari hanno cominciato a pianificare il suo trasferimento nella terapia intensiva pediatrica. A Padova non ci sarebbe stato posto, così è stato chiamato l’Ospedale di Verona. Purtroppo, il cuore del piccolo ha smesso di battere intorno alle 17 di giovedì, prima che fosse possibile procedere al trasferimento.

Ora alcune risposte arriveranno con i risultati dell’autopsia, anche se nessuna conferma restituirà il piccolo Mattia alla famiglia precipitata nel più profondo dolore.

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