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Terremoto di mercoledì è il più forte degli ultimi 100 anni nell’area. La paura di questa mattina

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Il terremoto di questa mattina alle 7.07 segna un nuovo record: è la scossa più forte nell’area da quasi 100anni.
Con una magnitudo di 5.7 registrata stamattina alle 07:07 è la più forte mai registrata nella costa settentrionale marchigiana da quella del 1930, di magnitudo 5.8 che aveva avuto luogo nei pressi di Senigallia.

La scossa di oggi, ha spiegato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, “è dovuta al fronte della catena appenninica sepolta sotto al mare Adriatico che si sta accorciando tra i 2 e 4 millimetri all’anno. Una regione notoriamente sismica la cui attività permette alla crosta adriatica di scendere sotto quella appenninica attraverso un fenomeno noto come subduzione”.

Ma le spiegazioni tecniche alle persone interessano meno. Cruciale è la paura che spinge la gente in strada, le scuole chiuse e lo stop decretato di un tratto della linea ferroviaria.
Tutto questo rappresenta un terribile dejavu.

Sei anni dopo il devastante sisma del 2016, che seminò morte e danni nel Centro Italia, alle 7:07 le Marche si sono risvegliate ancora con l’incubo terremoto.

Molti dormivano ancora, o erano a letto, qualcuno si stava preparando per andare al lavoro o a scuola. Alle 07.07 il boato. Subito dopo un’altra a breve distanza. La gente terrorizzata ha visto tremare case, alberi, cadere oggetti da ripiani, la merce dagli scaffali di negozi, e calcinacci da diversi edifici tra cui la stazione di Ancona.

Ancora ferite dall’alluvione del 15 settembre che ha causato distruzione e 12 morti (una 56enne è tutt’ora dispersa) nel Senigalliese (Ancona) e nel Pesarese, le Marche sono di nuovo bersaglio di calamità naturali.
Rispetto al 2016 (le scosse più forti furono 6.0 il 24 agosto e 6.5 il 30 ottobre), il sisma ha ‘mirato’ il centro-nord ma le scosse maggiori si sono avvertite ovunque anche in altre regioni, da Venezia a Roma.

Dopo la prima delle 5.7, la più forte da 100 anni nell’area, oltre mille telefonate al numero d’emergenza 112 e decine di interventi dei vigili del fuoco.
Un grande spavento per la gente ma, forse per l’epicentro in mare che ha attutito il colpo, “al momento non risultano danni gravi”, ha riferito il presidente della Regione Francesco Acquaroli. Per un quadro chiaro però occorrerà attendere l’esito delle centinaia di verifiche in corso su edifici pubblici e privati. Intanto scuole di ogni ordine e grado chiuse in molte città tra cui Fano, Urbino, Macerata, Senigallia, San Benedetto del Tronto; ad Ancona e Pesaro studenti a casa oggi e domani in attesa dei controlli. Linea Fs interrotta e poi gradualmente ripresa dalle 12. Regolare il traffico portuali ed aeroportuali; nessuna conseguenza anche per le principali strutture sanitarie, rimaste aperte, salvo qualche caduta d’intonaco o di pannelli di controsoffitto.

Ma dopo la scossa 5.7, per alcune persone è stato terrore, con quella sensazione di smarrimento con bimbi in casa che piangevano impauriti o andavano a nascondersi sotto i tavoli. A Fano stamattina “i lampioni di illuminazione pubblica oscillavano come fuscelli, tutto tremava forte, una sensazione terribile, la gente si riversava in strada”, ha raccontato un residente.

Testimonianza diretta anche dall’assessore regionale alla Protezione Civile Stefano Aguzzi, di Fano: “ero in giardino. Impressionante veder tremare gli alberi”. Nella Casa di Cura Villa Igea ad Ancona oltre 35 degenti sono usciti dalla struttura e l’attività è stata interrotta per circa due ore e poi ripresa dopo il nullaosta dei vigili del fuoco. In Tribunale ad Ancona sono state celebrate solo udienze con detenuti: per il resto personale fuori ufficio come altri enti pubblici; in alcuni disposto lo ‘smart working’.

Ai più anziani il terremoto ha riportato alla mente anche il sisma del 1972, 50 anni fa, con la lunga sequenza sismica di 500 scosse, la più forte delle quali 4.7 il 14 giugno.

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