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Tar riapre al Duferco per le crociere a Venezia, Tomaello: “Si tratta di un concorso di idee”

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Posto che sarà necessario analizzare la sentenza del Tar che riapre al progetto Duferco, e che è l’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico settentrionale a gestire il concorso di idee per la realizzazione di attracchi per le navi da crociera esterni alla laguna di Venezia, la svolta di ieri non avrà nell’immediato effetti sull’operatività della crocieristica.
Ne è convinto l’assessore comunale al Porto e vicesindaco di Venezia, Andrea Tomaello, che parlando alla agenzia giornalistica ‘Dire’ ribadisce il suo scetticismo nei confronti di un eventuale porto offshore e l’auspicio che la soluzione Marghera, con la sponda Nord del canale Nord e il canale Vittorio Emanuele per raggiungere l’attuale Marittima, possa diventare quella definitiva.

Il fatto che, secondo quanto deciso dal Tar, il progetto Duferco debba ora essere ammesso al concorso di idee non cambia insomma la sostanza: “Il concorso di idee è un concorso, non è detto che poi tra le idee presentate ce ne sia una che risolva tutti i problemi e che abbia le carte in regola per diventare la soluzione definitiva”, afferma Tomaello. Senza contare che poi, quale che sarà la soluzione individuata, “le associazioni ambientaliste hanno già annunciato che presenteranno ricorso” e la stessa sentenza del Tar di ieri interviene ora ad allungare i tempi.

Per veder partire i cantieri di un eventuale porto offshore rischiano quindi di volerci parecchi anni, probabilmente troppi. “Venezia ha già avuto il Mose, che ora finalmente funziona ma ha richiesto decenni e ingenti risorse”… E di certo ora “non è pensabile un’altra grande opera pronta tra 50 anni, quando magari le navi da crociera non si useranno neanche più”.
Anche perché nel frattempo, mentre l’iter del concorso di idee – ora più complicato – procede, “le navi continueranno ad arrivare”, prima negli approdi temporanei diffusi e poi sull’approdo previsto sulla sponda Nord del Canale Nord, che “auspico possa diventare la soluzione definitiva”. Diverso il discorso per quanto riguarda l’invio al Cipess del progetto Duferco, stabilito da Tar. Di questo “se ne occuperà il Governo”, conclude Tomaello.

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Ma finiamola!
    Se una nave inquina come 14 mila auto, perché tenersi le navi e farci cambiare continuamente auto e farci controllare a pagamento gli scarichi di auto e pure delle caldaie?
    Le grandi navi devono solo che andare via da Venezia! Ne’ a San Marco, n’è a Marghera, né tantomeno in spiaggia (DUferco)!!!
    Ci manca solo che in estate al Lido ci facciamo un bel aerosol di scarichi di fumi delle navi anziché una bella abbronzatura…!
    I lavoratori del porto e indotto? Provate a pensare: coi soldi che si spenderebbero per rifare il porto, si manterrebbero tutti fino alla pensione e anche 100 anni oltre!!!
    Fare due conti…!

  2. Il progetto off shore secondo me non è attuabile in quanto non ci sono le strade adatte per i trasporti delle forniture alimentari etc delle navi …. i loro motori poi dovrebbero stare sempre accesi …..Ho letto che anche i campeggi sono contrari a causa dei fumi delle navi …..
    A marghera , a mio parere , starebbero meglio ….potrebbero venire fornite di energia e spegnere i motori , le forniture di materiali potrebbero essere più agili , si potrebbe collegare tutto anche con l’aeroporto e la ferrovia …..
    Bisogna però attuare delle opere idrauliche non impattanti per far sì che il canale dei petroli o i Vittorio Emanuele non provochino danni ….li si potrebbe chiedere agli olandesi ……

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