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SpazioCasa di Vicenza chiude i battenti, ma apre le porte di casa.

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Si è concluso ieri l’appuntamento annuale, che “veste” la casa dei vicentini e non solo, dentro e fuori.
Una storica rassegna fieristica del mobile, dell’arredamento, degli accessori e del design che da più di cinquant’anni riunisce insieme diversi settori del comparto casa, anche per gli esperti del settore.Un’enorme area espositiva messa a disposizione anche per coloro i quali vogliono pronunciare il fatidico “si” dinanzi ad un altare, con il settore “sposiamoci” – manifestazione autonoma rivolta all’incomprensibile e misterioso mondo degli sposi; e poi ancora il Living Outdoor dedicato al giardino, la terrazza, il balcone, il solarium, la piscina, con ambientazioni naturali ed artificiali di indubbio effetto scenico.

Diverse le “forze” in campo: tradizione ed innovazione, presente e futuro, design ed artigianato. Innumerevoli padiglioni dai quali, tuttavia, dalle indiscrezioni raccolte sul campo, ci si aspettava di più: nuove proposte costruttive, più tecnologia, più materiali innovativi, nuove applicazioni, come per la soluzione di copertura proposta da M&R, ad esempio, o per le sedie di TAGLIA.M. Casi sporadici persi nella massa di cose già  viste.

Costituisce eccezione anche la “Collezione italiana”, ovvero la fantastica esposizione di oggetti di design realizzati da artigiani italiani che prendono spunto da eventi e memorie della storia nazionale che ha caratterizzato tutto il secolo scorso.

E poi ancora i “Progetti di Giovani architetti italiani”, iniziativa promossa da GiArch per portare alla ribalta i migliori progetti d’architettura realizzati da architetti italiani under 40. Davvero lodevole l’iniziativa.

Estremamente interessanti anche le proposte di Warm Stones e le case interamente in legno di Lihnoalp, di Tirolhaus o di Eiland, e le loro rispettive proposte di case bioclimatiche con pareti multistrato traspiranti ed alte prestazioni energetiche.
Edifici “difficili” da “digerire”; complicata questa “new entry” nel comune pensiero dei cittadini, abituati ad un costruire standard, dove la prefabbricazione non è condivisa appieno e dove i materiali costruttivi abituali sono “duri a morire”.

Non è da tutti pensare, infatti, che una casa interamente in legno, costruita chiavi in mano in un mese, dalle fondazioni al lucernaio, con isolamenti, impianti e domotica incorporata, possa sostituire il costruire tradizionale, senza tralasciare l’attenta ricerca di un’estetica ed un design innovativo.

Spazio Casa 2011 chiude così i battenti, ma “apre le porte di casa”, auspicando un 2012 ancora più ricco, anche per i progettisti di domani.

[14 febbraio 2011]

Testo ed immagini di Luisa Doriana Lombardo.

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