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Signora mangia funghi: è grave

L'avvelenamento da Amanita phalloides è letale. Se si sopravvive, quasi sempre si è costretti all'emodialisi a vita o al trapianto di fegato.

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Una donna di 58 anni, residente a Bassano del Grappa, è in gravissime condizioni dopo aver mangiato dei funghi raccolti autonomamente in un parco. La donna ha raccolto i funghi all’inizio della scorsa settimana e dopo qualche giorno aveva deciso di cucinarli. Tra questi ce n’erano alcuni di colore scuro, probabilmente tossici, e altri bianchi con l’anello sotto la cappella, che il micologo dell’Ulss 7 ha riconosciuto come potenzialmente mortali.

La signora, poco dopo aver mangiato i funghi ha cominciato a sentirsi male ed è stata portata al pronto soccorso. I medici hanno definito la situazione molto grave: la donna ha riportato lesioni al fegato che potrebbero rivelarsi irreversibili. L’unica via percorribile, pertanto, sarebbe quella di un trapianto del fegato.

La donna si trova ricoverata all’ospedale di Padova. Le prossime ore saranno decisive per l’evoluzione del quadro clinico dato che la paziente si trova in pericolo di vita.

Fortunatamente i figli non avevano voluto mangiare i funghi, dunque si sono salvati.
Il fungo maggiormente indiziato di aver provocato l’avvelenamento è l’Amanita phalloides. Si tratta di un fungo conosciuto anche come Amanita falloide o Tignosa verdognola, della famiglia delle Amanitacea. È uno sporoforo, (fungo) mortale molto diffuso, il più pericoloso esistente in natura.

A causa della tossicità estremamente elevata e del suo elevato polimorfismo, cosa che lo rende pericolosissimo perché somigliante a molte altre specie, è chiamato in modo popolare Angelo della morte e Ovolo bastardo.

L’avvelenamento da Amanita phalloides ha quasi sempre esito letale. Nel caso in cui si sopravviva ai suoi effetti, nella migliore delle ipotesi, si è costretti a ricorrere all’emodialisi a vita o al trapianto di fegato.

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