I provvedimenti erano nell'aria: la sigaretta elettronica era al centro dell'attenzione dei vari soggetti istituzionali da un po'. D'altronde il surrogato del fumo e del tabacco ha conquistato in pochissimo tempo una larga parte di fumatori: negozi vengono continuamente aperti e i consumatori sono già oltre un milione.
La sigaretta elettronica è osteggiata perché, sostengono gli esperti di tabagismo, potenzialmente pericolosa per la salute e favoreggiatrice del fumo tradizionale.
Arriva così un'ordinanza firmata ieri del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che ne vieta l'acquisto ai minori di 18 anni. Viene inasprito così il limite originale di età che precedentemente lo stabiliva per i 16 anni.
Ma la materia è ancora tutta in fase di evoluzione e i divieti sono solo una piccola pezza in un argomento molto vasto: se la sigaretta elettronica fa male va vietata, punto. Ma sarà tutto da dimostrare che possa far più male delle 'bionde' vere, liberamente vendibili.
L'ordinanza equipara il fumo elettronico a quello tradizionale dove la barriera per la vendita è fissata a 18 anni da una legge entrata in vigore il 1° gennaio. Multe salate, da 250 a 1.000 euro per la prima violazione del venditore. La volta successiva si raddoppia la pena, con rischio chiusura del negozio.
La decisione non è una sorpresa. A dicembre l'Istituto superiore di sanità (Iss) aveva consegnato al ministro un rapporto molto allarmante sui rischi del dispositivo impropriamente definito elettronico (è elettrico, funziona con una pila che riscalda il liquido della cartuccia).
Non ci sono prove che sia innocuo anche quando non contiene nicotina né che abbia un'azione di dissuefazione dal fumo vero, per questo è stato aperto presso il Consiglio superiore di sanità un tavolo col compito di approfondire la questione.
E mentre in alcuni Paesi dell'Unione Europea si è deciso di vietare la finta sigaretta, in Italia aziende private cominciano a prendere contromisure. Ad esempio compagnie ferroviarie raccomandano ai clienti di non utilizzare il piccolo aggeggio e alcuni Comuni hanno imposto divieti di 'fumo' nei luoghi pubblici.
Il prossimo governo dovrà aprire un tavolo di discussione trasparente con tutte le parti, per evitare inutili allarmismi e per parlare con chiarezza del fenomeno. Nel frattempo la sigaretta elettronica dilaga.
paolo pradolin
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[03/04/2013]