La vicenda del cantiere di Sant’Alvise è l’ennesimo esempio di una gestione padronale del patrimonio pubblico a cui assistiamo in città da quando la maggioranza fucsia è salita al potere.
Prima o poi tocca a tutte le realtà che non hanno votato per il sindaco in carica o che si sono dimostrate in qualche modo invise alla politica comunale. La tattica è consolidata e ben rodata: far passare il tempo, lasciando situazioni “nel limbo” e indebolendole, studiare per bene come agire, a seconda dello scopo, e, al momento considerato opportuno, agire.
Nel caso di Punta San Giobbe c’è un contratto di affitto scaduto nel 2014, un’Amministrazione che ha continuato ad incassare i soldi senza rinnovarlo. Poi, all’improvviso, con la scusa dello screzio sorto tra alcune associazioni che condividono la struttura, la decisione unilaterale di riprendere possesso del compendio, intimando la riconsegna delle chiavi.
Le Remiere vogliono poter partecipare attivamente alla costruzione di un diverso rapporto tra loro ed il Comune e non subire modifiche non concordate nella propria realtà di voga e cantieristica, ma questo approccio è anni luce dai “modi Brugnaro”.
Serve reagire. Purtroppo la Giunta, con i suoi modi, chiama ad una lotta a cui i cittadini, giustamente, non sono abituati e non vogliono partecipare: ma non si può nemmeno subire e perdere sempre. Per questo sosterremo qualsiasi forma di contrasto che le Remiere riterranno opportuno adottare.
Giovanni Andrea Martini
Consigliere comunale
Vicepresidente della VI Commissione
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Gruppo consiliare “Tutta la Città Insieme!”
Comune di Venezia
Gentilissimo Andrea, concordo pienamente con la sua opinione.