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Quel pasticciaccio brutto di Autorità Portuale Venecia

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Prima affida in concessione i servizi crocieristici a Venezia Terminal Passeggeri fino al 2024 senza procedura di evidenza pubblica, contravvenendo alla legislazione in materia portuale che prevede che l’AP debba essere socia di minoranza, che non è, e che i soci siano imprese che operano nel porto, e non lo sono. (E’ bene ricordare che per gli stessi motivi, la sentenza del Consiglio di Stato 4812/2009 del 30 luglio 2009 ha annullato l’affidamento diretto in concessione della stazione marittima e dei servizi ai passeggeri al porto di Bari).

Poi, trovandosi in conflitto di interesse (controllore che controlla il controllato) e su invito del Governo, cede le sue quote. Ma ovviamente vuole guadagnarci e l’unico modo per aumentarne il valore è lo scavo del canale in laguna. Infatti qualsiasi altra soluzione, che porterebbe le navi fuori dalla Marittima, comporterebbe l’assegnazione di altre concessioni e l’apertura di nuove gare, facendo perdere l’attuale concessione unica. Questo vuol dire che solo con lo scavo di un canale in laguna e il mantenimento della gestione delle crociere alla Marittima, VTP conserverà un valore elevato. E ovviamente Autorità portuale, avendo partecipazione maggioritaria su VTP, controllando APVS, il nuovo socio di magioranza di VTP, ha tutto l’interesse al mantenimento di valore della Società. Ed ecco perché Autorità portuale preme e insiste, prima per il Contorta e poi per la variante Tresse, che però non potrebbe essere una variante.

Come ci ricorda infatti Andreina Zitelli, docente di valutazione di impatto ambientale, in una sua recente dichiarazione: “La Direzione VIA aveva fatto sapere all’Autorità Portuale che il “Tresse Nuovo” non poteva essere presentato come “variante” al Contorta ma come un nuovo, diverso, progetto, pagando quindi nuovamente la tassa di procedimento. A questo punto il MIT ( Ministero Infrastrutture e Trasporti) è in fibrillazione perché non può essere che uno stesso soggetto, e pubblico per giunta come è l’Autorità Portuale, presenti in Legge Obiettivo due diversi progetti per lo stesso ambito, e temono un rilievo per danno erariale. Inoltre, non è chiaro quali risorse l’Autorità Portuale di Venezia stia impegnando e con quali procedure di spesa, non avendo fatta gara per l’assegnazione degli Studi di Impatto Ambientale e per lo sviluppo dei due Progetti”.

E poi siamo sicuri – conclude Cozzolino – di voler rischiare che vada in mano a privati, magari in quelle di una bella multinazionale straniera? Che sia il caso di valutare l’ipotesi di scioglimento di Avps? Ho interrogato i ministri delle infrastrutture e dell’ambiente chiedendo tra le altre cose di attuare tutte le misure affinché le scelte effettuate non rispondano a logiche societarie ma all’esclusivo interesse generale della città di Venezia, dei suoi cittadini e del suo ambiente naturale. Ancora nessuna risposta.

Emanuele Cozzolino
Cittadino Eletto alla Camera dei Deputati per il MoVimento 5 Stelle

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