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Il Mose salva Venezia dall’acqua alta per la prima volta: le parole del Patriarca e le altre interviste (video)

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Di Giorgia Pradolin.

Il Mose oggi ha difeso Venezia dall’acqua alta. Una giornata storica, con i veneziani e i commercianti di Piazza San Marco che esultano definendola una data “memorabile”.
Restano sospesi, per il momento, alcuni interrogativi, ad esempio a quanti centimetri si alzeranno le paratoie quando il Mose entrerà a regime (si dovrebbe partire da 120 centimetri) e cosa accadrà sotto quella soglia, in particolare per Piazza San Marco, cuore della città, che va sott’acqua a circa 80 centimetri di marea con la sua basilica.

Nelle videointerviste che vi proponiamo il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, definisce quella di oggi una giornata di speranza, di attesa, con qualche riflessione anche sul fatto che questo risultato poteva essere ottenuto anche in tempi molto più brevi. I timori restano per la basilica di San Marco, come spiega Moraglia, che “rimane comunque in difficoltà per una quota d’acqua che va da 88 centimetri a 130”.

Ad essere d’accordo con Moraglia è il sindaco. “Prima il Mose va finito, poi c’è anche San Marco e altri luoghi bassi che hanno bisogno di lavori di rialzamento delle rive. Sono d’accordo con la preoccupazione del Patriarca”. Luigi Brugnaro, soddisfatto della riuscita del test, ha anche precisato che l’opera non è finita e così il lavoro per la salvaguardia della città. “Noi – ha proseguito Brugnaro – abbiamo cominciato a fare una serie di progetti, abbiamo le idee, ci vogliono le risorse. Abbiamo chiesto 150 milioni all’anno per la Legge speciale, non per fare cose strane ma perché è necessaario per salvare le case e la vita della gente. Credo – ha concluso Brugnaro – che oggi sia una boccata d’ossigeno per i cittadini, e la dimostrazione che le istituzioni ci sono”.

Un “test”, quello di oggi, andato a buon fine, come spiegato dal Provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone. “Si apprezza una consistente differenza di altezza dell’acqua tra la parte difesa dal Mose e quella che non lo è”. Giudizio positivo, anche perchè “non filtra acqua” ha aggiunto Zincone. “Ci spiace che altre parti d’Italia siano flagellate dal maltempo, consoliamoci con Venezia, visto che in mare siamo arrivati a 129 centimetri e in città a 73. Il test è andato bene – ha concluso – stiamo raccogliendo tutti i dati, maggiori rispetto al previsto, per la messa a punto del sistema”.

Le 58 paratoie mobili del Mose si sono sollevate in un’ora e 17 minuti, l’inizio delle operazioni – secondo quanto riferito dal Consorzio Venezia Nuova e dal Comune – è avvenuto alle ore 8.35 e si è completato alle 9.52.

Il test è stato commentato anche dal governatore del Veneto, il presidente della regione Luca Zaia: “Piazza San Marco ha una piccola pozzanghera contro i 30-40 centimetri di acqua alta che avremmo inevitabilmente avuto – ha detto – Una situazione direi positiva, spero si continui così e si riesca ancor di più a potenziare il sistema con una messa in sicurezza generale e totale di Venezia. Oggi è una giornata storica perchè siamo davanti ad una opera per la quale abbiamo atteso veramente decenni – ha aggiunto – e oggi abbiamo avuto la certezza che funziona. Si tratta di un’opera che e’ costata molto dal punto di vista finanziario e non solo. Almeno la rassicurazione che questo serva a Venezia”.

Piazza San Marco infatti è rimasta completamente all’asciutto e per tutta la mattina all’ombra del campanile hanno continuato a spostarsi numerosissimi turisti e curiosi con gli stivali e sopra le passerelle, anche se la l’acqua alta non c’era. Si sono viste code a Palazzo Ducale e in Basilica nonostante il maltempo, perché senza la marea la vita di Piazza San Marco ha continuato a scorrere indisturbata. Pochi affari per i venditori di stivali ieri con il carrettino si erano posizionati sotto le Procuratie Nuove.
Tra i residenti e i commercianti affacciati dalle botteghe, molta era la curiosità e la speranza di vedere Venezia difesa dal Mose, soprattutto in quelle aree più basse, come la Piazza, da sempre flagellate dalla marea.

Anche il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, ha commentato il primo sollevamento del Mose: “Le cose stanno andando bene, le paratoie funzionano e la situazione è sotto controllo. Credo che questa sia una bella novità per Venezia”.

“Mi ricordo la frase che dissero quelli della Mantovani, che se avessimo commissariato Comar, l’azienda che doveva fare gli impianti, non avremmo mai alzato il Mose. Avevano ragione, non c’era nemmeno il progetto, erano preoccupati per questo. Cinque anni ci abbiamo messo, ma ce l’abbiamo fatta”. Si toglie un sassolino dalla scarpa l’avvocato Giuseppe Fiengo, uno dei due commissari del Consorzio Venezia Nuova, nel commentare all’Ansa la prova di oggi del Mose. “Ce l’abbiamo fatta – ha aggiunto Fiengo – con tutte difficoltà di capire che cos’era l’opera. Non c’era manco un progetto, mancavano un sacco di collegamenti, il know how ce lo avevano in mano loro. Anche Baita (Piergiorgio, ex presidente della Mantovani e coinvolto nello scandalo Mose, ndr) aveva detto che avevano fatto il ‘telefonino senza scheda’. L’importanza di oggi è che alla fine se uno si mette le cose le fa. E’ molto faticoso”.
Fiengo ha anche ricordato che “il povero Alberto Scotti (il progettista del Mose, ndr) non prendeva piede da anni al Consorzio Venezia Nuova, era tutto in casa loro. Si immagina fare un lavoro senza il progettista?”.

COSA MANCA ANCORA ALL’OPERA
Per quanto riguarda il completamento del Mose, Fiengo ha sottolineato all’Ansa che “mancano molte cose: mancano impianti, alcuni collegamenti, dobbiamo controllare e valutare la sicurezza, che è commisurata agli anni ’90; è un’opera che sta in mezzo al mare, il più è fatto, si adegua gestendola ma è una cosa normale. La programmazione avviene con tempi molto lunghi”. E riguardo ai collaudi dell’opera, ha puntualizzato che “tutte le parti hanno avuto ognuna per conto suo un collaudo tecnico e amministrativo. Siccome l’opera era spezzettata, a questo punto c’è il problema di fare l’avviamento. Era, ed è previsto, che per tre anni si facciano dei piani provvisori di gestione e manutenzione, e lì deve stare la Commissione di collaudo. Sulle sue prescrizioni si mette a punto il piano di gestione, si aggiusta quel che si deve aggiustare. La logica è questa. Quello che era un investimento sul Mose diventa una spesa corrente di gestione e manutenzione. Non serve un ‘superstudio’ – ha concluso Fiengo – i collaudi sono stati tutti fatti, tutti in corso d’opera”.

Ottimista il Primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin: “E’ la prima volta ed è un dato importantissimo. Abbiamo azionato le pompe per evitare le infiltrazioni che arrivano da sotto nel nartece in Basilica, e hanno funzionato in sicurezza. A 90 centimetri di marea avremmo dovuto affrontare l’acqua che arriva dalla piazza, ma non è arrivata perché esclusa dal Mose”, ha concluso.
Le notizie di oggi – ha proseguito Tesserin – quello a cui stiamo assistendo oggi è un dato importantissimo, in positivo. Stiamo registrando risultati buoni, finalmente riusciamo a poter pensare che si arrivi abbastanza velocemente ad avere definitivamente in funzione il Mose. Grazie a quelli che hanno avuto il coraggio di fare questa prova, anche a opere non finite, a dimostrazione che può funzionare e funziona bene”.

In Piazza la notizia si diffonde e raccoglie entusiasmo e positività per il futuro, dopo un anno difficile per Venezia tra la marea eccezionale del novembre scorso e il periodo legato all’emergenza sanitaria. “Una giornata storica e di grande gioia – ha commentato Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s Bar – Vedere che tutto ha funzionato vuol dire che negli ultimi mesi si è lavorato bene. E’ una grande vittoria per la città”.

E anche dagli albergatori arrivano i commenti:”È una giornata storica per Venezia: il Mose è stato attivato e ha funzionato, proteggendo la città dal picco della marea. Si tratta di una notizia che aspettavamo da anni e che ora va comunicata in tutto il mondo”. All’unisono il presidente dell’Associazione Veneziana Albergatori, Vittorio Bonacini, e il direttore Claudio Scarpa. “Se è vero, come è vero, che la prova ha dato esiti soddisfacenti – hanno aggiunto – è solo sul lungo periodo che si valutano le grandi opere infrastrutturali. La prossima grande battaglia sarà sul costante finanziamento degli oneri manutentivi del Mose che non devono e non possono essere a carico della città di Venezia”.

L’Ava darà indicazione agli hotel della città per informare tutti i loro clienti di questa svolta epocale e ripartirà con la sua campagna informativa nei confronti della stampa estera e dei visitatori di tutto il mondo, con l’obiettivo di cancellare per sempre i timori dei turisti, molti dei quali in questi giorni hanno cancellato, per paura, le loro prenotazioni. “Oggi Venezia rinasce ed è il più bel regalo per i 1600 anni dalla sua nascita – hanno concluso Bonacini e Scarpa -. Un motivo in più per celebrare l’evento il prossimo anno e per lavorare, insieme alle istituzioni, al rilancio della nostra economia turistica”.

Un piccolo grande passo, quello di oggi, che lascia ben sperare sul futuro della città.

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