“Quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene?”.
Sono le domande sollevate oggi dal Papa durante l’Angelus, commentando il Vangelo del giorno.
“Dobbiamo stare attenti – ha però avvertito -: quando il male ci opprime rischiamo di perdere lucidità e, per trovare una risposta facile a quanto non riusciamo a spiegarci, finiamo per incolpare Dio. E tante volte la brutta e cattiva abitudine delle bestemmie viene da qui”.
“Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie e le sventure del mondo, a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; a Lui che non usa mai violenza e, anzi, soffre per noi e con noi!”, ha osservato il Pontefice, respingendo “l’idea di imputare a Dio i nostri mali”.
“Da Dio non può mai venire il male perché Egli ‘non ci tratta secondo i nostri peccati’ (Sal 103,10), ma secondo la sua misericordia. E’ lo stile di Dio, non può trattarci altrimenti, sempre ci tratta con misericordia”, ha spiegato.
“Invece di incolpare Dio, dice Gesù, bisogna guardarsi dentro – ha proseguito Francesco -: è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male”. E “la vera soluzione” è “la conversione”.
“È un invito pressante – ha sottolineato -, specialmente in questo tempo di Quaresima. Accogliamolo con cuore aperto. Convertiamoci dal male, rinunciamo a quel peccato che ci seduce, apriamoci alla logica del Vangelo: perché, dove regnano l’amore e la fraternità, il male non ha più potere!”.