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Nuovo Dpcm: zona gialla “rafforzata” nei giorni feriali, arancione o rossa nei weekend

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Nuovo Dpcm: con il nuovo decreto zona gialla “rafforzata” nei giorni feriali, arancione o rossa nei weekend, cambia però il coefficiente Rt.
Il problema si ripropone finito Natale, ed ecco che arriva la nuova stretta del governo.
Intanto, per un’altra settimana vietati gli spostamenti tra Regioni, con i ristoranti e i bar che rimarranno chiusi nel week end così come è stato per tutto le festività. Sarà possibile spostarsi una sola volta al giorno in non più di due persone per andare a trovare parenti o amici che vivono nella stessa regione.
Una sorta di nuova “stretta”, invece, da lunedì in cui si abbasseranno le soglie di “tolleranza” per entrare in zona arancione o rossa, e sono almeno già sette regioni a rischio.
La trattativa con le Regioni è proseguita dalla giornata di domenica fino a ieri, con un inasprimento arrivato con un nuovo decreto legge approdato in Consiglio dei ministri.
Fattori da tenere in considerazione:

indice di positività fermo al 13,8%, la pressione sugli ospedali con il nuovo aumento dei ricoveri negli ultimi giorni, l’incidenza ancora ben al di sopra dei 50 casi ogni 100mila abitanti (la soglia che consente di non far saltare il contact tracing) e, soprattutto, la necessità di non arrivare alla terza ondata in piena campagna vaccinale.
Questi sono i motivi che hanno spinto l’esecutivo ad intervenire nuovamente.
“Sapevamo che dicembre sarebbe stato un mese critico e siamo ritornati un po’ più su, con un Rt a 0,93 e dunque dobbiamo tenere il sistema sotto controllo” dice il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia sottolineando che “gli interventi fatti a Natale hanno evitato che in Italia ci fosse il liberi tutti e non è possibile consentire l’arrivo della terza ondata, che è già in Europa”.
Per quanto riguarda il divieto di mobilità

tra le regioni fino al 15 gennaio, sono fatti salvi gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute. Si potrà inoltre spostarsi una sola volta al giorno per andare a casa di amici o parenti “nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi, oltre ai minori di 14 anni”.
Si tratta, di fatto, di una zona gialla ‘rafforzata’, con misure che varranno il 7 e l’8 gennaio. In questi due giorni sarà anche possibile spostarsi all’interno della propria regione e riapriranno bar e ristoranti, con orario fino alle 18.
Weekend: cambia tutto. Il fine settimana del 9 e 10 gennaio scatterà la zona arancione in tutta Italia: niente pranzo o caffè fuori e spostamenti vietati tra i comuni, ad eccezione dei movimenti “dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia”.
La vera novità si introduce però con l’articolo 2 del decreto.
In sostanza:

il governo abbassa le soglie che fanno scattare la zona arancione o rossa: se una regione è in ‘scenario 2’ – dunque con un Rt da 1 a 1,25 – diventa arancione; se è in uno ‘scenario 3’ con Rt da 1,25 a 1,50 va invece in rosso. Misure che si applicano, dice il decreto, ad una o più regioni “nel cui territorio si manifesta un’incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti”.
Lunedì 11 è la data fatidica in cui tutto inizierà: venerdì arriverà il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e sulla base dei dati aggiornati scatteranno le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza per l’attribuzione dei colori alle regioni.
Se dovessimo simulare il provvedimento oggi: in arancione andrebbero Calabria, Liguria, Lombardia, Puglia e Veneto, che hanno tutte un Rt superiore ad 1 e un rischio alto, mentre Marche ed Emilia Romagna sono al limite.
Dopo il 15 gennaio, invece, il governo si riunirà nuovamente ad inizio settimana e l’ipotesi al momento sul tavolo è quella di un nuovo provvedimento che copra il periodo dal 15 al 31 gennaio, per confermare sostanzialmente le misure in atto con il sistema delle fasce.
Da tenere presente che si avvicina la scadenza dello stato di emergenza del 31 gennaio, ad un anno esatto dall’inizio di tutto.

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