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NO AL RAGAZZO CON LA RANA ALLA DOGANA

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Non vogliamo che il "Ragazzo con la rana" di Charles Ray rimanga permanentemente in Punta della Dogana, non solo perché deve ritornare l’originale e storica lanterna cara ai veneziani (già  abbastanza espropriati), ma anche perché per noi è una scultura profondamente diseducativa nei confronti degli animali (non a caso l’animale viene definito "qualcosa" da uno dei curatori del museo). La rana è un essere vivente e senziente, non un oggetto da tenere appeso in testa in giù, quasi a "vivisezionarlo" mentalmente. Già  nella quotidiana realtà  subisce torture (a scopi pseudo-scientifici) e sadismi.
Purtroppo troppo spesso l’arte utilizza gli animali in maniera sbagliata e anche criminale, come nel caso dell’artista sudamericano Habacuc Vargas che ha lasciato morire di fame un cane randagio in una galleria, suscitando per fortuna tanta indignazione. Ma anche opere, esibite in varie esposizioni de La Biennale, come il video della sodomizzazione cane/artista di Oleg Kulik, il toro super-estrogenato penosamente trascinato da Dr. Hugo la mucca e il vitello sezionati a metà  di Damien Hirst, le formiche imprigionate sotto vetro di Yanagi; le migliaia di scarabei utilizzati per un mappamondo di Jean Fabre, l’esibizione attuale in una galleria all’Accademia di galline ammassate a formare una sfera, i vari animali impagliati di Maurizio Cattelan, che presenta proprio nel nuovo museo di Punta della Dogana uno sconcertante "cavallo che esce dal muro".
Ben vengano creatività  e provocazione artistica, ma non vogliamo che perpetuino quella logica antropocentrica che riduce gli animali ad oggetti e non esseri viventi con la loro specifica natura e dignità , continuamente calpestate per ogni sorta di tornaconto (artistico compreso). A nostro avviso la vera trasgressione, le vere frustrate al conformismo e alla pigrizia mentale imperante, sta nel cercare un armonioso equilibrio tra gli esseri umani (anche tra loro), la natura e le altre specie viventi. E nel denunciare le terribili realtà  di violenza, povertà  ed ingiustizie sociali esistenti al mondo, che sembrano dimenticate nei vari party che costellano le inaugurazioni di questi giorni.
Ovviamente denunceremo ai sensi delle leggi viventi i responsabili, qualora ravvisassimo nelle varie opere ed esibizioni di questi giorni gli estremi per farlo.
«È un giovane -ha spiegato Pinault a proposito del ragazzo con la rana- che guarda lontano come fa Venezia». Guardare lontano per noi significa soprattutto rispettare gli esseri viventi, rane comprese.

Cristina Romieri – Associazione Vegetariana It. –

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