(Moreno Donadel)A.B. Moreno Donadel, cosa ti ha avvicinato alla Cultura del Celeste Impero?
La loro cultura millenaria, le arti marziali, la medicina tradizionale e il taoismo. Da bambino sono stato attratto dalle arti marziali e dai film di Bruce Lee, da li ho incominciato ad interessarmi alla Cina.
A.B. Fra te e la Cina c’è una sorta di baratto: da Lei impari le Arti Marziali e tu Le insegni la nostra cultura musicale
Si, c’e’ molto da dare e molto da ricevere qui. Insegno musica da oltre 12 anni a Pechino, faccio centinaia di concerti all’ Anno sia di musica classica sia di musica jazz, non solo in Cina ma in tutta l’ Asia. Non penso che in Italia avrei una attività concertistica così piena. Anche il mio rapporto con le arti marziali e’ cambiato molto da quando sono venuto qui. Ho scoperto il loro vero volto, entrando nella loro filosofia. In Italia questa cultura non è ancora realmente capita.A.B. Dobbiamo temere la Cina?
Sicuramente! I Cinesi dalla loro parte hanno la quantità , l’ unità e la gran voglia di lavorare sodo spesso nelle situazioni e condizioni peggiori. La Cina e’ un Paese che sta crescendo e sviluppando a vista d’ occhio.
Per farti un esempio, solo il Conservatorio per cui lavoro diploma 7000 studenti l’anno, e nella sola Pechino ce ne sono a decine, immagina quanti musicisti si diplomano ed iniziano a lavorare ogni anno. Noi Italiani dalla nostra parte, per il momento, abbiamo la qualità e la creatività .
A.B. Ma come vive un Veneto a Beijing?
Il Veneto, l’ Italia e la Cina sono molto vicini, forse per la tradizione che ci lega con Marco Polo e Matteo Ricci. I cinesi conoscono Venezia più di ogni altra città del mondo.
Dall’ altra parte la mancanza delle nostre colline, il nostro mare e alcune nostre tradizioni e’ molto forte.A.B. Tornerai in Italia?
Un giorno sicuramente si, ma non in un futuro molto vicino.A.B. Grazie ed arrivederci.
Moreno Donadel: un nuovo Marco Polo
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