Michael Schumacher è in coma da ormai tre mesi. Il disperato ottimismo della moglie Corinna, che conferma caparbiamente tutta la sua fiducia allo staff medico di Grenoble, si sta scontrando con un realismo drammatico che ancora non fa trapelare notizie positive sullo stato del grande campione sprofondato in un coma profondo per una caduta con gli sci.
La notizia che giunge oggi non alimenta l’ottimismo e arriva direttamente da una fonte competente: «Meglio prepararsi al peggio» ha annunciato dal suo blog Gary Hartstein, medico americano della Formula 1 fino al 2012 e, soprattutto, per alcuni anni dottore personale di Schumacher.
Di quello che rappresenta «il peggio» non viene fornita specifica, ma il commento conferma però le opinioni di tutti i neurologi: più a lungo durerà quel sonno profondo, più gravi saranno le conseguenze e più complicata sarà la ripresa dopo l’ipotetico risveglio.
Un problema, in particolare, preoccupa Hartstein, ed è il diaframma: «Come il cuore, è molto attivo e resiste all’atrofizzazione meglio degli altri muscoli. Ma anche lui si atrofizza. Quando una macchina respira per te, è il modo migliore per constatare come può, anche il diaframma atrofizzarsi. Sfortunatamente, presumendo (come ho fatto finora), che Michael sia ancora sotto ventilazione assistita, può esserci a questo punto un principio di atrofizzazione del diaframma».
L’ex medico della Formula 1 è un anestesista, conosce il tipo di situazione clinica, ma la famiglia affida sempre e solo a Sabine Kehm, commenti e discorsi su diagnosi e prognosi: «Ribadisco quanto detto nell’ultima dichiarazione. Siamo e rimaniamo fiduciosi che Michael si sveglierà. Lottiamo insieme con il team dei medici dei quali ci fidiamo». Così ha parlato Sabine, secondo quanto riporta l’edizione online della Bild.
Michael Schumacher, secondo Hartstein, soffre di una situazione compromessa anche per carenze ed esitazioni nei primi soccorsi che avrebbero fatto perdere decine di minuti preziosi per arginare le lesioni cerebrali di Schumacher. Trasportato in elicottero prima a Moutiers, il cui ospedale non ha un centro neurologico, e finalmente a Grenoble: «Ci sono stati errori nel trattamento iniziale. Lo so da fonti affidabili che hanno avuto accesso a queste informazioni», assicura il medico dal suo blog.