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Matrimoni con clandestini: potere giudiziario sta smontando lavoro legislativo

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La Corte Costituzionale torna ancora sul “pacchetto sicurezza” piazzando un’altra mazzata giuridica che sta riducendo al lumicino i provvedimenti voluti dal Ministro Maroni nel 2009. L’ultima sentenza della Corte riguarda i matrimoni in presenza di un immigrato clandestino, per cui è stato sentenziato che i diritti individuali prevalgono sulla Legge italiana quando quest’ultima dice invece che lo straniero che vuole contrarre matrimonio, oltre al certificato che nulla osta la celebrazione del rito, dev’essere in possesso di un documento che certifica la regolare presenza nel nostro paese.


Niente di più sensato. Questa era la soluzione individuata da Maroni per ovviare la piaga dei matrimoni “papocchio”, messi in piedi per regolarizzare la posizione degli stranieri per poi dissolversi nel nulla.

Ma la Giustizia italiana nel suo paziente percorso ha pensato bene di abolire un provvedimento atteso, giusto e dovuto giustificando la sentenza con i diritti umani, che sono sacrosanti, ma che nel nostro paese sono rispettati oltremisura.

La Corte Europea appena qualche mese fa aveva provato ad affossare il reato di clandestinità  non riuscendo pienamente nell’intento in quanto è stata “solamente” vanificata la possibilità  di sanzionare, censurando quindi la modalità  di pena e sanzione.
La Corte Costituzionale invece alcuni mesi fa ha bloccato i poteri dei Sindaci decretando incostituzionali le facoltà  concesse ai primi cittadini. Pezzo su pezzo il potere giudiziario sta smontando il lavoro di quello legislativo.

Un cortocircuito tipico del Belpaese che porta a dei pessimi risultati in fatto di sicurezza per i cittadini; qui i clandestini non possono essere condannati,vengono espulsi con grandissime difficoltà  perché la carta pesta dell’ideologia tipica della sinistra inquina la teorica indipendenza degli organismi di legge.

C’è bisogno di ragionevolezza e libertà , i giudici , come gli amministratori sono chiamati all’onestà  intellettuale e alla garanzia della parità  dei diritti: con questa sentenza viene fatta giustizia?

Maurizio Conte
(* Assessore Regionale Veneto Lega Nord )

Luisa Serato
(* Presidente del Consiglio Provinciale di Padova )

[28 luglio 2011]

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