Un giovane di 30 anni di Marghera, è stato arrestato dopo aver violato un provvedimento del giudice che lo avrebbe dovuto tenere lontano dalla casa di famiglia. Il giovane era responsabile di aver inflitto violenze ai suoi genitori al fine di ottenere denaro per acquistare droga. Dopo l’udienza davanti al giudice penale di Venezia, l’arresto è stato convalidato ma il ragazzo è stato successivamente scarcerato su richiesta dei termini a difesa del suo legale.
La storia di questa famiglia è costellata di violenza negli anni, con il giovane che si è via via trasformato in un incubo per i suoi familiari a causa delle sue continue richieste di denaro. Quando i genitori non riuscivano a soddisfare le sue richieste, il ragazzo scatenava la sua furia. Inizialmente si trattava di litigate, ma poi passò a distruggere oggetti in casa e infine arrivò a picchiare i propri parenti. In seguito, nonostante fosse stato allontanato dalla casa a causa della sua violenza, il giovane tornava regolarmente con le sue richieste violente.
La scorsa settimana, quando il giovane si è presentato di nuovo a Marghera, i genitori hanno chiamato la polizia. Gli agenti lo hanno trovato ancora all’interno e l’hanno arrestato, portandolo alla Questura di Venezia per l’identificazione e la foto segnalazione. Il pubblico ministero ha richiesto un provvedimento restrittivo al giudice, che è stato puntualmente emesso e ha portato ad un nuovo ordine di allontanamento dalla casa di famiglia. Tuttavia, il ragazzo non ha rispettato per niente la misura restrittiva e venerdì è tornato nell’abitazione della famiglia, venendo arrestato nuovamente e portato in carcere.
Il caso è stato ricostruito davanti al giudice penale di Venezia. L’arresto del giovane è stato convalidato e, di conseguenza, è stato rimesso in libertà in attesa del processo. Tuttavia, gli è stato imposto l’obbligo di rispettare il divieto di avvicinamento ai genitori.
L’elemento più straziante dell’intera vicenda resta il ruolo del genitori, ridotti all’esasperazione fino a presentare una denuncia contro il loro figlio. Costretti a difendersi dal sangue del loro sangue che li picchia. Genitori distrutti dopo mesi, anni di una vita di inferno. Rovinata da quel figlio che avevano messo al mondo, che avevano cresciuto tra mille speranze e aspettative.
Come avvengono queste cose è cosa nota: il giovane cade nella spirale della droga, vittima di quelli che si dichiarano amici. E poi la droga non basta mai ma soprattutto i soldi per acquistarla non bastano mai e diventa sempre più difficoltoso ottenerli. E mentre la spirale ti stringe sempre di più e ti porta sempre più sotto, ti macchi del più infami dei peccati: commetti violenza contro chi ti ha dato la vita.
I genitori, esasperati ed esausti, si sono visti costretti alla denuncia, dato che pareva l’unica strada per tentare di porre fine a questa situazione che pareva senza uscita. Hanno chiesto aiuto perché non ce la facevano più e non sapevano più che fare.
Ci vorrebbero tante S. Patrignano dove obbligatoriamente il giudice sentenzia l’obbligo di entrare fino alla completa pulizia di fisico e mente. Se salvano dall’inferno droga vanno bene pure le catene.