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Indagine su liste di attesa “truccate” alla Usl 3 Serenissima, ora tempi “aggiustati” anche in Pronto Soccorso?

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lettere. Gentile dott. Dal Ben, grazie per averci ignorato

Indagine su liste di attesa “truccate” alla Usl 3 Serenissima, ora tempi “aggiustati” anche in Pronto Soccorso? L’indagine della Procura di Venezia nella Sanità veneziana.

“Liste di attesa “truccate” alla Usl 3 Serenissima”: una notizia che deflagra come una bomba nella giornata di giovedì 11 ottobre grazie alle rivelazioni del giornale Corriere del Veneto che espone in maniera dettagliata tutte le operazioni illecite che sarebbero state attuate per “nascondere” i veri tempi di attesa di visite ed esami ed invece inviare alla Regione del Veneto tempi di attesa falsati per rientrare negli obiettivi previsti (e permettere l’eventuale relativo godimento dei premi – bonus in denaro – da parte dei dirigenti).

Un fascicolo di indagine è stato, infatti, aperto dalla Procura di Venezia sulle liste d’attesa dell’Usl 13 di Mirano, dal 2016 inglobata nell’Usl 3 Serenissima.

Secondo le accuse sarebbe stato comprato un programma software che, una volta attivato, potesse modificare, tra il 2015 e il 2017, le ricette di 44.600 pazienti che avevano chiesto una visita o un esame specialistico per “fingere” che essi siano riusciti ad ottenere risposta nei tempi previsti.

Per spiegare con un esempio banale: il sig. Rossi va dal medico perché ha bisogno di una radiografia. Il dottore compila la richiesta assegnandogli una priorità che prevede l’esecuzione dell’esame entro 10 giorni.
Il signor Rossi va poi al CUP a prenotare la radiografia dove gli viene però risposto: “Mi spiace, non abbiamo posto nei prossimi 10 giorni, la posso fissare tra 20 giorni”. E così avviene: l’appuntamento viene fissato e il signor Rossi pazienterà (visto che può, in altri casi il paziente spesso si rivolge a strutture private, ma facciamo che non è questo il caso).

Ma quella differenza tra i 10 giorni previsti e i 20 giorni effettivi non può andar bene alla Regione Veneto (che eroga i contributi assistenziali alle Usl), per questo tra gli obiettivi che assegna ai direttori generali c’è l’eliminazione o la drastica riduzione delle liste d’attesa e il rispetto dei tempi delle prestazioni (visite ed esami) richieste che la struttura sanitaria deve erogare.

Ora, se davvero esistesse un software che permettesse agli uffici preposti di correggere la priorità della ricetta del sig. Rossi dopo che egli ha effettuato la radiografia dopo 20 giorni, ma prima che i dati della prestazione vengano inviati alla Regione (dove risulterebbe la “sforatura”), correggendo il parere del medico, che risulterebbe, alla fine, aver prescritto una radiografia da eseguire entro 30 giorni anziché entro i 10 originali, tutti sarebbero contenti e per “magia” tutti i tasselli andrebbero al loro posto.

Il caso è ipotetico ma spiega la logica da cui si è originata l’indagine della Procura.

Il software, come ha riportato il Corriere del Veneto, avrebbe modificato le priorità facendo rientrare le prestazioni in parametri regolari, accettabili ed accettati.

Questo software sarebbe stato in uso nell’Usl di Mirano, ma nel 2017 sarebbe stato acquistato anche per Venezia e Mestre. Il funzionario che si occupava proprio delle liste d’attesa a quei tempi, sarebbe stato promosso dirigente, salvo poi successivamente essere sottoposto a procedimento disciplinare con esito di sospensione per cinque mesi senza stipendio.

Finora sarebbe emerso che tra le ricette “modificate” dalla Asl 3 veneziana vi sono
1.971 richieste per una prima visita dermatologica; 1.600 per una otorinolaringoiatrica; 800 per una ortopedica; 511 per una cardiologica; 672 per una neurologica; 330 per la risonanza magnetica al rachide e 200 per la risonanza alla spalla; 258 per la colonscopia e 300 per l’ecodoppler.

«L’Usl 3 Serenissima ha potuto accertare alcune criticità di gestione dei flussi nel sistema adottato nell’ambito dell’ex Usl 13. Ha quindi avviato un procedimento di verifica amministrativa che ha condotto al procedimento disciplinare del dirigente responsabile e poi alla denuncia penale». Ha spiegato l’azienda sanitaria in una nota, ma questo proprio nel momento in cui lo “scandalo” sembra allargarsi anche ai tempi di attesa dei Pronto Soccorso Veneziani.

Il Corriere del Veneto ha infatti continuato le sue rivelazioni pubblicando oggi un seguito che coinvolge le “pratiche” messe in atto dai Pronto Soccorso che potrebbero sembrare – ancora una volta – atte a “correggere” tempi di attesa non soddisfacenti, e cioè quelli degli ambulatori per le visite, in modo da farli rientrare nei parametri giusti, quelli, cioè, previsti.

Questa nuova anomalia, che sarebbe avvenuta nei Pronto Soccorso dei cinque ospedali di Venezia, Mestre, Dolo, Mirano e Chioggia, riguarda i codici bianchi. A tutti risulterebbe attribuita un’attesa di 3 ore e 59 minuti.

Potrebbe sembrare anche questo un espediente dato che le delibere regionali impongono ai Pronto Soccorso dei tempi di attesa che non superino le quattro ore per i codici bianchi?

Una coincidenza anomala, comunque, che poi prosegue con l’ulteriore fatto curioso del successivo passaggio in Osservazione breve intensiva (Obi) per i pazienti.

Coincidenza, quindi, che si somma alla coincidenza del “ricovero” in “Obi”: possibile che tutti i pazienti in “codice bianco” arrivati alla soglia delle quattro ore di attesa abbiano poi bisogno di Osservazione breve intensiva che è ammessa fino a 30 ore?

Nel servizio viene ricordato che i “codici bianchi” prevedono visite anche per una puntura di insetto senza conseguenze, oppure una piccola contusione, o per un mal di denti: possibile che sia necessario per tutti restare in osservazione?

A qualcuno potrebbe effettivamente venire il dubbio che, non potendo far figurare un’attesa non superiore alle quattro ore, sia stato trovato l’espediente di spostare i “codici bianchi” occupando i posti Obi.
(Tutti i dettagli sul Corriere del Veneto)

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2 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. E’ assolutamente vero, personalmente , da un paio di anni ‘ non sono mai riuscito ad ottenere una visita specialistica nei tempi prescriti dal mio medico, con la conseguenza di doverle pagare saporitamente da privati

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