Matteo Salvini, parlando della decisione del giudice sportivo di far giocare le prossime due partite dei nerazzurri a porte chiuse dopo gli scontri e le violenze del pre-partita di Inter-Napoli nei quali ha perso la vita un ultrà ha asserito che “Chiudere gli stadi e vietare le trasferte è la risposta sbagliata”.
Il ministro degli Interni non ha torto, anzi! Il fenomeno dei tifosi che menano le mani non è liquidabile con uno maggiore sforzo di ordine pubblico. La questione è “altra”, è atavica!
L’uomo, spiega l’antropologia (e conferma l’etologia), è un animale sociale che necessita, se non gratificato, di scaricare frustrazioni, istinti, bisogni repressi e sensi di impotenza. Necessità che, se non soddisfatte, generano rabbia e violenza. Non a caso le società primitive e contemporanee, si erano dotate di efficienti “ammortizzatori sociali” in grado di canalizzare frustrazioni e angosce collettive.
Nell’impero romano con i gladiatori e i cristiani sbranati; in tempi recenti con una certa tolleranza per la prostituzione, le droghe leggere, l’alcool e il gioco d’azzardo. Soluzioni parziali, ma con forti poteri “compensativi”.
Il calcio, rientra a pieno titolo nel paniere degli sfoghi. Ieri Panem et Circenses, oggi, Stadium et Pila. Grazie Imperatore Salvini!
Gianni Toffali
Verona