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La lettera: l’Autorità Amministrativa a Venezia latita dal 1993

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turisti hanno caldo piedi a mollo

Caro Direttore,
la “presenza” dell’Autorità Pubblica locale nella amministrazione di Venezia, si perde nella notte dei tempi. Il miracolo, intendo dire l’esercizio effettivo della sua presenza, si manifestò nel mese di luglio 1989, allorquando il Sindaco della Città, l’avv. Antonio Casellati, uomo di elevatissima onestà intellettuale, si rifiutò di sottoscrivere l’autorizzazione della concessione di Piazza S.Marco per ospitare l’esecuzione del concerto dei Pink Floyd.

Si trattò, a mio avviso, dell’assunzione di un gesto di grande responsabilità, ricco di preveggenza e che, tuttavia, non insegnò nulla e rimase lettera “morta” nonostante la “vitalità” delle critiche che apparvero sulla stampa internazionale a commento delle fotografie che documentavano le esecrabili immagini di una Piazza S. Marco ridotta ad un lurido letamaio.
Ovviamente, l’evento fece il giro del Mondo ed i commenti furono tutti, ma proprio tutti, negativi. Venezia pagò, in termini di immagine, un prezzo enorme e tutto per un concerto dei Pink Floyd.

In altri termini, gli Amministratori dell’epoca ( eccetto il Sindaco Casellati) misero in “svendita” la Città. A far data dal 1993, l’assenza di un governo in grado di amministrare Venezia, divenne “sistema” e quello che prima poteva definirsi un incidente di percorso, da quel dì, è divenuto norma. Basta, infatti, leggere la stampa, ma non solo locale, di questi ultimi tempi e la conclusione si staglia nitida, e precisa.
L’Autorità Pubblica non esiste più in Città ed è ovvio, pertanto, che i” privati” vale a dire gli operatori turistici e tutti coloro che gravitano e trovano linfa nel turismo, la facciano da padroni..entrando a gamba tesa ed assumendo il “governo” delle attività turistiche della Città.

Per certi versi, non ci si può stupire delle numerose iniziative assunte dai Privati i quali, di fronte all’assenza assoluta di una Autorità, fanno ciò che ritengono utile all’interesse del settore. Ripeto: li capisco, in assenza di interlocutori, procedono.
E sino a questo punto, sul piano strettamente logico, posso capire, ma non giustificare, qualsiasi iniziativa a cominciare dal passaggio delle grandi navi, su cui si può e si deve ragionare, alla ricerca di un valido compromesso che tenga conto di vari fattori, quali le loro dimensioni, del fatto che operano migliaia di persone le quali ne traggono profitto e mantenimento per le loro famiglie. Insomma…. parliamone!

Si, parliamone, ma con….chi? E’ questo il punto se dal 1993, l’Autorità Amministrativa, che dovrebbe “governare” Venezia, brilla per la sua latitanza. E’ la crisi dei Partiti che si riversa sul Paese! E non mi riferisco solo alle questioni relative al turismo che vanno gestite, quali ad esempio la ressa sui vaporetti ( che va risolta solo ed unicamente riservando la linea 1 ai residenti ed una seconda linea al turismo, creando una indispensabile “omogeneità” di utenti e tenendo anche conto che ancorché le corse riservate ai turisti fossero intervallate da uno spazio di tempo, superiore ai dieci minuti, sono certissimo che non succederebbe nulla perché i turisti visitano le varie città con i loro pregi ed i loro difetti, non sono pressati da impegni ed orari da rispettare ..insomma non sarà la durata più o meno lunga degli intervalli tra le corse dei vaporetti che farà desistere i turisti dal soggiornare a Venezia ).

Intendo, invece, riferirmi all’assenza assoluta dei servizi indispensabili per i cittadini e l’abbandono assoluto di Venezia ( basterebbe pensare che la città ha in dotazione solo 11 servizi igienici…ma ci rendiamo conto? Solo per fare un esempio). E’ inevitabile che il contenitore delle immondizie rappresenti una soluzione…sbagliata..ma comoda! La preoccupazione maggiore per i residenti, non è solo quella di “scansare le deiezioni degli animali, ma di non essere borseggiato, di non utilizzare il vaporetto, di rinunciare alle passeggiate serali per evitare di essere assalito, di attraversare di corsa Piazzale Roma, sempre di sera, per evitare di essere pestato e derubato, abbandonare l’idea di far una passeggiata a S. Marco…insomma tutte quelle iniziative che contraddistinguono la vita di routine di un cittadino e l’elenco è interminabile.

Si avverte che manca la protezione e che Venezia non è più Patrimonio dell’Umanità ma terra di conquista da parte di chiunque che nella stragrande maggioranza dei casi, agisce impunito e sicuro di rimanerci, pure reiterando il reato. Sembra che la vera preoccupazione del Comune sia quella di togliere i lucchetti dell’amore dal Ponte dell’Accademia. Siamo lontani..anzi proprio non ci siamo!

iginio gianeselli

25/08/2014

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