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L’architettrice – Storia di Plautilla e della sua Villa Vascello a Roma

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l'architettrice mazzucco

Lo devo ammettere: ho un debole per la prosa di Melania Mazzucco. Dopo avermi portato via il cuore con il suo romanzo sul Tintoretto è tornata a trasportarmi in un altro luogo, precisamente nella Roma del ‘600, con il suo ultimo libro L’architettrice, edito da Einaudi.
Un libro questo che ha il merito di riportare alla luce la storia di una donna straordinaria, la prima architetta al mondo, e di riportarcelo con la sua solita passione e attenzione per la Storia oltre che per la narrazione romanzesca.

Giovanni Briccio è un genio plebeo, osteggiato dai letterati e ignorato dalla corte: materassaio, pittore di poca fama, musicista, popolare commediografo, attore e poeta. Bizzarro cane randagio in un’epoca in cui è necessario avere un padrone, Briccio educa la figlia alla pittura, e la lancia nel mondo dell’arte come fanciulla prodigio, imponendole il destino della verginità. Plautilla però, donna e di umili origini, fatica a emergere nell’ambiente degli artisti romani, dominato da Bernini e Pietro da Cortona. L’incontro con Elpidio Benedetti, aspirante scrittore prescelto dal cardinal Barberini come segretario di Mazzarino, finirà per cambiarle la vita. Con la complicità di questo insolito compagno di viaggio, diventerà molto piú di ciò che il padre aveva osato immaginare.

Plautilla è una di quelle protagoniste a tutto tondo che, fin dalle prime righe, quando è ancora ragazzina, riusciamo già a capire che lei, in quella società che ha già un percorso ben definito per ogni donna, vorrà qualcosa di più è destinata a qualcosa di più. L’edizione di Einaudi ci regala, inoltre, alcune tavole delle sue opere, dei suoi disegni rendendo ancora più immersiva l’esperienza del lettore.

Mazzucco intervallando la vita di Plautilla con alcuni intermezzi in cui è proprio la sua opera più famosa Villa del Vascello a Roma, ad essere protagonista vista dagli occhi dei soldati che nell’800 combatterono nello stesso terreno dove era stata edificata di fatto, distruggendola. È una scelta questa curiosa quanto funzionale, perché ci permette di capire l’importanza che ha avuto questa donna nel mondo dell’architettura e la capacità che ha avuto di uscire dagli schemi e raccogliere le possibilità che le venivano offerte.
La sua Villa creata al fianco del fratello Basilio per Elpidio Benedetti, Abate al servizio di Mazzarino, doveva suscitare stupore ad ogni pellegrino che avesse imboccato la Via Aurelia Antica grazie all’aspetto di un nobile veliero, ricordo ne sono certa, di quel mare che nelle prime pagine del libro la piccola Plautilla vede con il padre assieme allo scheletro leviatanico della balena arenata.

L’architettrice è un’opera che ti avvolge e ti porta a diventare confidente della stessa Plautilla grazie all’uso della prima persona onnisciente. Sei tu ad ascoltare la storia della sua vita, sei tu il suo ultimo confessore, colui che deve custodire gelosamente il segreto di un’esistenza piena e ricca che dimostra quanto, anche nelle epoche più remote, le donne con la forza di volontà riuscivano a ritagliarsi il loro posto nel mondo. E così Plautilla, pagina dopo pagina, si ritaglia un posto nel nostro cuore che è difficile, poi lasciare andare.

Sara Prian

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