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La città delle ragazze di Elizabeth Gilbert – Gli anni ’40 di una giovane donna americana

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Com’era New York negli anni ’40, quando la Seconda Guerra Mondiale era solamente una notizia lontana? Ma soprattutto, come la vedeva una ragazza di vent’anni trasportata lì dalla provincia? Ce lo racconta il personaggio principale del nuovo libro di Elizabeth Gilbert (Rizzoli, pagg. 494, 20€), La città delle ragazze. Già autrice di Mangia, prega e ama, con questo romanzo strega, emoziona e trasporta il lettore nella dimensione desiderata, in un epoca che vede crescere e sbocciare la giovane protagonista.

È lei, Vivian Morris che a 95 anni chiude gli occhi e torna ad essere la 19enne, fallimentare al college, che si ritrova catapultata a sbirciare dietro le quinte del vivace e sgangherato teatro gestito dalla zia, Peg. L’anno è il 1940 e Vivian si trasferisce a New York, più precisamente al Lily Playhouse, un odeon pazzo, dove le ragazze in cerca di fortuna si offrono al mondo, all’arte, agli uomini.
Vivian viene completamente trascinata via da questo mondo, complice il fascino della soubrette Celia, scoprendo anche di avere un talento come costumista. Zia Peg la accoglie nel suo regno al centro della città in un microcosmo di nuove scoperte e tantissimi personaggi.

Commedia, dramma e romanzo di formazione, La città delle ragazze è quell’epistolare diverso dal solito. Le lettere non sono un’infinità, è solamente una, lunghissima, che l’ormai anziana Vivian, scrive ad Angela.
Di più è meglio non dire, per non rovinare la suspense, ma sappiate che l’attempata protagonista non potrebbe essere ancora così arzilla, se non avesse vissuto una vita così, come la descrive per l’intero romanzo.

Come i suoi precedenti 3 romanzi scritti da Elizabeth Gilbert, anche questo ha come protagonista una donna e il suo viaggio di scoperta di sé. Quello di Vivian è un racconto spontaneo, a tratti divertente e grottesco, un esplorazione del suo io, senza stare attenta alle parole e senza veli, dove sottolinea il suo lato oscuro, oltre che gli aspetti divertenti, aspettandosi che nessuno la giudichi.

Giudicare non sarà così impossibile, ma non solo lei. Tutta la ”popolazione” che vive, frequenta e lavora al Lily Playhouse e fa parte del nuovo mondo di Vivian, è sotto i riflettori. C’è la zia Peg, spendacciona, piena di vizi e tanto ingenua, Olive, l’esatto contrario, la guardiana di quello ”zoo”, Celia la 19enne che ne ha passate tante, affascinante ma insicura, Edna Watson, la star a tutti gli effetti e tanti altri da scoprire.
Tutti sono pazzeschi, pieni di difetti, detestabili, ma soprattutto insostituibili!

No al pronunciarsi sulle scelte altrui, no al puntare il dito senza prima aver visto i retroscena e cosa spinge l’altra persona ad adottare un certo comportamento. Questa la morale di La città delle ragazze, un romanzo che con la verve di una commedia anni ’40, un linguaggio forbito e stuzzicante, entra nel cuore dei lettori, regalando un’opera genuina e divertente.

Alice Bianco

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