Il Jobs act è legge. Tra i nuovi provvedimenti: ora le telecamere potranno essere utilizzabili per provvedimenti disciplinari fino ai licenziamenti.
Il governo ha così approvato ieri in via definitiva i quattro decreti che completano la riforma del lavoro. Ora il Jobs act è legge dello Stato.
Tra le novità ci sono quelle che danno più preoccupazioni e originano più polemiche: le misure su controlli e ispezioni. Una norma, come noto, inoltre, fissa la possibilità per le aziende di utilizzare a fini disciplinari, fino al licenziamento, sia gli strumenti di lavoro come pc, tablet e cellulari sia i sistemi di videosorveglianza.
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in via definitiva i quattro decreti di attuazione che completano la riforma del lavoro. Sono introdotti i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, vi è un giro di vite sulla durata della cassa integrazione, l’ampliamento dei congedi parentali e delle indennità, e una tutta nuova disciplina per i controlli a distanza.
Ma sono soprattutto alcune novità sui controlli a distanza sui lavoratori che hanno innescato l’ennesima tensione tra sindacati e governo. Anche perché Palazzo Chigi ha deliberatamente ignorato il parere della Commissione Lavoro della Camera, che suggeriva una soluzione più morbida.
Introdotta così ora la possibilità per le aziende di utilizzare a fini disciplinari sia gli strumenti di lavoro come pc, tablet e cellulari sia i sistemi di videosorveglianza.
Per le riprese con le telecamere utilizzabili a fini disciplinari servirà un accordo sindacale. In ogni caso resta l’obbligo di informare preventivamente i lavoratori e osservare le norme per la tutela sulla privacy.
M.N.
05/09/2015
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