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In Italia tutti a spasso, in Germania lockdown duro per un mese

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In Italia tutti a spasso: passeggiate, “strusci”, shopping per le vie del centro e assembramenti estemporanei come non ci fosse un domani complice l’entusiasmo per le “promozioni” in zona gialla. Contemporaneamente in Germania una Merkel in lacrime ammette che le restrizioni introdotte da ottobre (molto simili alle nostre) non hanno prodotto i risultati sperati pertanto ordina una chiusura rigida e totale fino al 15 gennaio.
Un provvedimento severissimo che cancella in un colpo viaggi, vacanze, Natale, Capodanno, feste e veglioni che non è accompagnato dalle polemiche durissime che tale provvedimento originerebbe da noi.
Anzi, i servizi dei vari Tg hanno mostrato proprio oggi un’Italia che ha ritrovato il piacere del caffè al bar, dell’aperitivo e di un pranzo al ristorante.
Da oggi in Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata sono tornati a risollevare la serranda bar, pub e ristoranti fino alle 18: una situazione schizofrenica che, sommata allo shopping natalizio, ha originato estemporanei assembramenti, con vere e proprie folle nelle piazze di molte città italiane, da nord a sud.
A poco sono servite le raccomandazioni arrivate dalle istituzioni locali come quella del governatore lombardo Attilio Fontana (“Meno sono le restrizioni più deve essere alta l’attenzione quotidiana”), o i veri e propri appelli, come quello dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato che ha ricordato che “va mantenuta una linea di rigore” altrimenti “una terza ondata sarà inevitabile”.
Troppa la voglia di tornare al ristorante o semplicemente di girare per le vie delle città nella penultima domenica prima di Natale quasi ovunque di bel tempo.
Come farà il governo ad ignorare le immagini delle folle viste un po’ in tutta Italia?
E proprio in un momento in cui sta valutando eventuali deroghe alle norme sugli spostamenti previste per le feste.
Uno scenario su cui il Pd sollecita “l’adozione di nuove misure che garantiscano il contenimento dei contagi” e con il M5s che condivide l’ipotesi di una ulteriore stretta:

la linea deve essere, dicono i pentastellati, quella “del rigore e della fermezza” e le eventuali deroghe potranno riguardare solo gli spostamenti tra i piccoli comuni limitrofi.
Per fare un punto della situazione il premier Conte, il ministro Boccia e i capidelegazione si sono riuniti in un vertice questa sera (domenica).
Quasi 18mila nuovi casi e 500 decessi anche oggi certificano una forte presenza del virus in Italia, ma le nuove libertà riconquistate soprattutto nelle regioni appena diventate gialle hanno fatto dimenticare a tanti i numeri della pandemia.
E così a Milano il centro città è stato letteralmente preso d’assalto dalle persone, complice anche la bella giornata di sole dopo tanti giorni di pioggia, che sia al mattino che al pomeriggio si sono riversate nelle strade a passeggio, a fare shopping, con code fuori dai negozi dei marchi di lusso, e coda anche per prendere il primo aperitivo dopo tanto tempo.
Anche il Piemonte stamattina si è svegliato giallo e allo storico ‘Caffè Torino’, in piazza San Carlo, i tavolini erano al completo. Per le strade del centro c’era grande folla e già alle 11 si faceva fatica a camminare, con i negozi presi d’assalto.
A Roma, dove stamani ha riaperto lo storico mercato di Porta Portese, nel tardo pomeriggio è stata chiusa per troppa folla l’area di Fontana di Trevi. Affollate le strade del centro, traffico, file davanti ai mega store e controlli a tappeto. “Ciascuno di noi ha un ruolo determinante, contrastiamo il virus con forza e responsabilità. Non abbassiamo la guardia”, è l’appello della sindaca Virginia Raggi.
Le stesse scene, con strade piene per lo shopping e gente a passeggio, si sono viste un po’ in tutte le città italiane, da Napoli a Bologna, nostri lettori ci hanno riferito di affollamenti oggi anche a Dolo.
Il Viminale ha reso noto che sono state 80.285 le persone controllate sabato nell’ambito delle verifiche per il rispetto delle restrizioni anti Covid. Le sanzioni sono scattate per 1.058 persone, mentre 15 sono state denunciate per violazione della quarantena.
Sono state invece 14.712 le verifiche sulle attività commerciali, che hanno portato alla sanzione per 62 esercenti e alla chiusura di 32 attività.

L’immagine di un’Italia allegra e fracassona tra caffè, ristoranti, shopping e aperitivi fa a pugni con quella della Merkel che appare in tv in lacrime per avvisare che chiude tutto.
Angela Merkel ha scelto la linea dura: da mercoledì in Germania scatterà il lockdown con negozi e scuole chiuse, divieto di assembramenti, divieto di consumo di alcol per strada e fuochi d’artificio di Capodanno al bando.
E, questa volta, nessuna polemica.
Nessun litigio con i Laender: in meno di un’ora, i governatori e la cancelliera si sono riuniti in un vertice convocato d’urgenza di fronte agli sviluppi della pandemia dell’ultima settimana.
Tutti d’accordo sul fatto che i numeri del Covid, “richiedono un’azione immediata”.
Fino al 10 gennaio, quindi, stop al commercio al dettaglio (con l’eccezione di alimentari, farmacie e pochi altri ritenuti essenziali) e all’obbligo di presenza nelle scuole, finora rimaste sempre aperte dal riavvio delle lezioni ad agosto.
Le concessioni, annunciate per le feste di Natale e Capodanno appena qualche giorno fa, vengono di fatto revocate: il divieto di contatto non consentirà di festeggiare fra più di 5 persone (bambini e ragazzi sotto i 14 anni esclusi), e sarà proibita la vendita dei fuochi d’artificio.
Bandito anche il vin brulè, con il divieto di consumare alcol per strada.
Sarà invece possibile la celebrazione delle messe religiose: a condizione che si rispettino le distanze di 1,5 metri in chiesa, e che non si canti.
Scelte che arrivano dopo lo shock del record di 30 mila contagi e i quasi 600 morti in 24 ore, segnato due giorni fa.
La Merkel non ha usato giri di parole: “i provvedimenti di novembre non bastano, i casi aumentano

ed è ripresa la crescita esponenziale della diffusione del virus. Siamo costretti ad agire, e adesso lo facciamo”. Pure più enfatici – e non è una novità – i toni del presidente della Baviera Markus Soeder: “Lo scenario di Bergamo è più vicino di quanto si creda. Per impedire che questo accada anche in Germania, bisogna agire in modo conseguente”.
Secondo il governatore, che molti vedono papabile candidato cancelliere dei conservatori alle prossime elezioni federali, il Paese che meglio ha gestito la prima ondata della pandemia “potrebbe nella seconda diventare ‘il caso’ d’Europa’”.
“La pandemia è una catastrofe, sta provocando la più grande crisi degli ultimi 50 anni”, ha denunciato, sostenendo che nella Repubblica federale sia al momento “fuori controllo”.
Il sistema sanitario è sotto stress, la constatazione all’unisono dei leader, e “in qualche caso il triage è già una realtà, laddove si deve prendere la decisione di rimandare alcuni interventi a causa del sovraccarico delle strutture”, ha incalzato Soeder.
Il semi lockdown scattato il 2 novembre – quando sono stati chiusi al pubblico ristoranti, istituzioni culturali, centri sportivi e gli alberghi al turismo – ha fallito.
In alcuni Laender l’allarme è già stato lanciato in settimana, quando la Sassonia ha disposto ad esempio la chiusura delle scuole già da lunedì.
Il ministro delle finanze Olaf Scholz, intanto, ha rassicurato sul fatto che il governo “non ha mai lasciato sole le imprese” nella pandemia. E ha annunciato l’aumento dei fondi per chi viene colpito dal lockdown: i contributi accessibili passano da 200 mila a 500 mila euro nel terzo pacchetto di aiuti ponte e sono previsti investimenti da 11 miliardi di euro in più al mese.
Con oltre 1,3 milioni di contagi complessivi e 21.787 vittime, la Germania punta a poter ricostruire le catene di contagio, tornando sulla soglia di 50 infezioni la settimana (contro una media attuale di 169) ogni 100 mila abitanti.
Al lockdown, secondo Merkel e i governatori dei Laender, non c’è oggi alcuna alternativa.

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