Inter non vince e non convince. D’accordo, è calcio estivo e non c’è da preoccuparsi troppo, ma i numeri hanno pur sempre la loro importanza.
L’Inter non vince ma quello che non convince i suoi tifosi è anche il fatto che i suoi attaccanti si presentano raramente in area (problema cronicizzato degli ultimi due anni), così le occasioni per segnare diventano molto rare.
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I miglioramenti contro l’AEK Atene si sono visti, Mancini ha urlato spesso “Più veloci, più veloci…” (altro problema degli ultimi anni), ma quella che appare evidente è la mancanza di un vero play maker, un giocatore che abbia visione di gioco oltre al passaggio elementare, che provi a saltare l’avversario sull’uno contro uno, che detti una triangolazione che affonda in area (quanto manca un Cassano che arriva sula linea di fondo sinistra e la mette in mezzo raso terra).
L’Inter a 6 giorni dalla prima in campionato contro l’Aek Atene ha confermato tutte le perplessità estive sul conto della squadra, che poi sono eredità delle stagioni precedenti.
Provato Brozovic alle spalle di Icardi e Jovetic e davanti a Gnoukouri, Medel e Kondogbia, la squadra appare solida e quadrata e questo è sicuramente un problema risolto, ma il primo tiro in porta arriva dopo 30 minuti di nulla assoluto, contro una squadra che negli ultimi anni in Grecia è arrivata alla serie C.
Dopo quel bel unico tiro di Icardi, di nuovo il nulla, e nella mancanza di schemi si è inserito lo stato di forma imballato di Jovetic, di Brozovic, anonimo Kondogbia, di Icardi. Pur mostrando qualità al di sopra della media, si deve registrare un’involuzione anche in Gnoukouri e Kondogbia.
Ben poco è cambiato nel secondo tempo: solita manovra lenta e improduttiva anche perché nessuno si muove senza palla. Un tiro di Jovetic (fuori), uno di Brozovic (fuori) qualche fischio, tanta noia prima delle uniche occasioni a 8 minuti dalla fine con Kondogbia e Manaj.
L’Inter non vince e non convince ma la speranza dei tifosi è che Mancini abbia davvero le idee chiare e le stia tenendo nascoste per motivi di pretattica.
Roberto Dal Maschio
17/08/2015
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