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Grumi sciolti di Cinzia Della Ciana – Storie di un’umanità che vive

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Cinzia Della Ciana, avvocatessa toscana, per la sesta volta è ospite della nostra rubrica dedicata ai nuovi libri in uscita. In questo 2020 arriva in libreria con un’altra raccolta di racconti, ”Grumi sciolti” (Edizioni Helicon, pagg. 176, €14,00), una serie di componimenti lirici (18) dedicati a, che riflettono lo stile colto, fantasioso, colorato e profondo, dell’autrice, che sa evocare, attraverso immagini che si imprimono nella mente.

Cinzia Della Ciana da poeta e scrittrice, con quest’ultima opera, sembra essere diventata anche pittrice. Quei grumi non sono altro ché la pittura e i colori sparsi su una tela, che alla fine del libro si vede veramente nella sua naturale bellezza. Il lettore, che diventa il pennello in mano all’autrice-pittrice, si fa guidare dalle sue mani (o meglio, dalle sue parole), scoprendo a poco a poco la traiettoria e la composizione del ”quadro”.

Ma cosa c’è, cosa si intravede in questo quadro, qual è il suo significato?
Un microcosmo umano, quell’umanità che l’autrice ama da sempre raccontare e descrivere, con le sue gioie e con i suoi dolori: che vive. Ma che è anche un’umanità sola, ferita, delusa, in cerca di riscatto, quella che sfida la sorte e quella che alla sorte, ahi noi, si arrende.

Il libro è diviso in tre sezioni, la prima (Grumi) è dedicata tutta alle donne (di cinque racconti). Hanno un rapporto conflittuale con il passato, urgenza di vivere il presente, resistono a chi le tratta come delle cose, vogliono trovarsi e rivendicano la proprietà di se stesse.
La seconda sezione (Grumi sciolti) è composta da nove racconti, dove l’introspezione lascia il posto a uno sguardo attento e disincantato su un mondo variopinto e sfaccettato, da apparire surreale, fatto di passioni, credenze, rituali, ma anche dubbi e paure di uomini e donne.
Si giunge poi a Grani, la terza ed ultima sezione, con racconti che parlano di autoaffermazione. Incipit ed explicit, racchiudono il quadro: sono la sua cornice, la voce narrante della raccolta, inizialmente un grumo arso, che poi si lascia invadere dall’acqua.

Le storie, protagoniste del libro, sono ricche di “grumi”, cioè “luoghi di addensamento”, in cui ogni componente fluida (l’acqua è un elemento sempre presente nella letteratura di Cinzia Della Ciana) si perde e resta solo la materia, che si rapprende, chiudendosi a giro. Ma siccome tutto è movimento, il grumo si evolve in una spirale che lo porta inevitabilmente a spandersi, a sciogliersi, a nebulizzarsi lasciando a galleggiare in sospensione dei grani, a loro volta sono nuclei di potenziali nuovi grumi.

La particolarità e la bellezza di queste storie è data da alcune macchie speciali di colore: manifestazioni improvvise, incontri casuali, dettagli, oggetti che si animano, contrasti, dolorosi ricordi e tante sinestesie, suoni, odori, sensazioni tattili, che si mescolano e avvolgono il lettore all’interno di questo quadro narrativo.

Grumi sciolti è l’ennesima prova di abilità, linguistica ed emozionale di Cinzia Della Ciana, che come nelle opere precedenti, riesce a scavare, a pennellare, ad imprimere su tela la bellezza della vita, perché nonostante i lati positivi e quelli negativi, val la pena di essere vissuta.

Alice Bianco

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