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Medico oculistica, la nuova accusa: potrebbe aver ucciso la suocera, oltre la moglie, somministrando farmaci di nascosto

Giampaolo Amato potrebbe aver causato la morte della moglie attraverso i farmaci somministrati a sua insaputa dopo aver causato, con lo stesso mezzo, il decesso della madre di lei, e tutto ciò forse per vivere liberamente la nuova storia d'amore con una donna più giovane di cui si era invaghito.

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La sorella della donna morta ha conservato incredibilmente per tre anni una bottiglia dove c’erano ancora tracce delle stesse benzodiazepine trovate poi nel corpo della vittima.
Poi due amiche, le più strette, che ne hanno raccolto le confidenze, quando lei raccontava che aveva il sospetto che il marito le stesse somministrando sostanze tossiche, anche se non è mai arrivata a sospettare che avrebbe potuto effettivamente ucciderla in quel modo.

Le azioni e le parole di queste tre donne non sono purtroppo bastate a salvare Isabella Linsalata, ma ora sono importanti indizi a carico del marito, medico oculilstica.
Giampaolo Amato, già arrestato sabato a Bologna per omicidio premeditato.

Prove raccolte “a futura memoria”, le definisce il Gip Claudio Paris nell’ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per il 64enne, accusato di omicidio premeditato e ora anche sospeso dal servizio dall’Ausl. E’: “grazie alla lungimiranza, al senso di protezione (prima) ed all’ostinata ricerca della verità (poi) serbati in particolare da queste tre donne, che non l’hanno mai abbandonata, che si dispone oggi di accertamenti di tipo tecnico formatisi ben prima del suo decesso”, sottolinea il giudice.

Giampaolo Amato, ex medico della Virtus pallacanestro e medico oculista specialista in Oftalmologia, è accusato di aver avvelenato la coniuge, Isabella Linsalata di 62 anni, tra il 30 e il 31 ottobre 2021, con sostanze psicotrope forse diluite in una tisana. Successivamente si è insinuato il sospetto che, con una modalità simile, Amato possa aver ucciso anche la suocera, morta 22 giorni prima della figlia. Gli esiti medico-legali su questo secondo caso sono da intendersi “come preliminari e necessitanti di indagini di conferma”, evidenzia il Gip, pur segnalando che le analisi sono “risultate positive a Midazolam ed al suo metabolita”, ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone: le stesse sostanze trovate dai medici legali che si sono occupati della moglie.

Il movente dell’omicidio della 62enne, anche lei medico, ginecologa, per la Procura è legato innanzitutto ad una relazione extraconiugale dell’indagato con una giovane: un “inconfessabile desiderio”, lasciare la moglie per un’altra, “che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte”, scrive il Gip.

Ma non si possono neppure escludere motivi economici, secondo il giudice: Amato avrebbe avuto molto da perdere da un divorzio con la moglie che disponeva di un “apprezzabile patrimonio immobiliare”. Uomo diviso, viene descritto Amato, “tra la volontà di non far soffrire i propri familiari e il desiderio di vivere liberamente la sua relazione con la giovane” donna. Ma anche con lei, una volta morta la moglie, le cose non sono finite bene. A causa dell’indagine che lo ha coinvolto fin dai primi mesi del 2022, il rapporto si è infatti interrotto.

E importanti, ai fini dell’indagine, sono alcune telefonate intercettate in quel periodo. Come la conversazione tra la giovane e un’amica, quando la prima si domandò se Amato potesse aver davvero assassinato la moglie: “Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?”. E ancora: “Questo riesce ad essere un pazzo furioso, ma davvero noi siamo convinti che lui… non si sia fatto venire un momento di delirio, perché io in quel periodo non gli rispondevo più al telefono, non ci sentivamo più: ero dura di nuovo…”.

Diverse, sempre nei primi mesi del 2022, furono le volte in cui la giovane amante minacciò Amato di chiamare i carabinieri o di fargli avere una diffida da un legale, per i suoi atteggiamenti persecutori. Intenzioni che però non hanno avuto seguito perché, come confidato alla stessa amica, non voleva causargli ulteriori complicazioni nell’indagine in cui era già coinvolto.

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