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Espulsi due stranieri sbarcati in Italia in odore di estremismo

Alzato il monitoraggio su chi sbarca sulle nostre coste. Il prossimo sarà il tunisino che ha gridato Allah Akbar con un coltello in mano vicino alla Sinagoga di Torino.

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Espulsi due stranieri sbarcati in Italia perché sospettati di vicinanza con il terrorismo. La guardia, in tema, è molto alta. I due sono stati intercettati dopo essere arrivati in Italia via mare. “Personaggi – secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – che non davano affidamento”, per la loro contiguità “con organizzazioni della radicalizzazione islamica nei Paesi di provenienza: sono stati arrestati e rimpatriati”. Estremisti, dunque, come tutti i soggetti in odore di jihadismo presenti sul territorio nazionale, che sono attentamente monitorati e alcuni saranno espulsi.

E il prossimo potrebbe essere il tunisino che lunedì scorso aveva dato in escandescenze vicino alla sinagoga di Torino brandendo un coltello e minacciando gli agenti. Il tunisino aveva gridato Allah Akbar e i poliziotti sono riusciti a disarmarlo e poi a bloccarlo solo con l’uso di un taser. Dopo l’arresto è stata infatti avviata la procedura per l’allontanamento. Oppure il pakistano 24enne portato in un Cpr in attesa di essere rimpatriato dopo aver scontato una pena nel carcere di Rossano (Cs). E’ ritenuto “socialmente pericoloso”, in considerazione dei suoi precedenti penali per istigazione o apologia a delinquere relativa a delitti di terrorismo e crimini contro l’umanità. Domani, intanto, scattano i controlli alla frontiera slovena, con i 350 rinforzi inviati dal Viminale. Anche a Venezia si è registrato un episodio di violenza urbana, contenuto a fatica dal personale dell’Actv e dalle forze dell’ordine, ma i fatti avvenuti al pontile dell’Accademia sembrano ricondursi a persona squilibrata.

L’Italia ha preso misure rigorose per rafforzare i controlli alle frontiere, soprattutto a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Ci sono stati 350 rinforzi inviati dal Ministero dell’Interno per monitorare la frontiera slovena. Questi controlli sono particolarmente efficaci per coloro che arrivano via mare, in quanto gli operatori negli hotspot sono in grado di fotosegnalare e rilevare le impronte digitali dei migranti. Questi dati vengono successivamente incrociati con il database europeo Eurodac, e c’è una stretta cooperazione con l’intelligence che monitora i soggetti sospetti.

Per prevenire il rischio di infiltrazioni jihadiste nei punti di sbarco, sono state istituite task force con operatori antiterrorismo. Uno dei due individui espulsi quest’anno è stato individuato in un hotspot a Messina, dimostrando l’importanza di tali misure. Il Ministro Piantedosi ha anche sottolineato l’importanza di analizzare i punti in cui la radicalizzazione può prendere piede più facilmente, come le carceri e i circoli oltranzisti all’interno di alcune comunità straniere connesse ad ambienti estremistici nei loro paesi di origine.

Attualmente, l’Italia sta raffinando la sua comprensione degli orientamenti delle diverse realtà religiose presenti sul suo territorio e sta individuando i centri sospettati di infiltrazioni estremistiche. Questa mappa sta per essere aggiornata, incluso il monitoraggio di associazioni filo-Hamas attive nella raccolta di fondi per la Palestina.

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