E’ andata così, come già si intuiva, come molti speravano, come tanti temevano. L’ha spuntata un uomo di estrema destra, Norbert Hofer, un ingegnere di oltre quarant’anni, che gira per strada armato e che rappresenta ciò che pare il 35% degli austriaci pensare e volere. Se così è o fosse (in attesa del ballottaggio del 22 Maggio con i Verdi), prende corpo l’immagine di un’Austria coerente con le sue scelte recenti in materia di politica estera ed umanitaria, con già criticamente alle cronache per l’innalzamento dei suoi muri e il respingimento degli immigrati, oggi conferma la sua strategia razzista e poco incline a patti europei, si chiude a riccio supportata dalla destra europea, compresa quella francese ed italiana, che esulta e spera in governi anti-immigrati.
I Verdi austriaci non cedono allo sconforto e anche se il loro 22% di consensi segna una distanza preoccupante da Hofer, sperano che questo tempo di transizione porti consiglio.
Il voto, considerato da gran parte dei commentatori austriaci, “frutto di una politica ondivaga in materia di immigrazione”, che alla fine ha rafforzato la destra più estrema, dovrà tener conto, nel prossimo turno elettorale, che aver chiuso la frontiera del Brennero è un’azione antistorica che rinforza i movimenti nazionalisti.
Oltre sei milioni di cittadini erano chiamati al voto. Pessimi risultati per il Partito social democratico e per il Partito popolare che dal 1945 in poi, avevano governato l’Austria. si collocano infatti intorno ad un 11% che ha modificato, sconvolgendola, la fisionomia politica austriaca.
Fuori da ogni futuro politico E’ in atto un cambiamento radicale che solo i Verdi guidati dal prof. Van der Bellen, stimato ecologista (se appoggiati da qualche altra forza politica), potrebbero stravolgere.
All’Austria democratica, non rimane altro che affidarsi al ripensamento, alla rimozione di una emotività strategica, tutta in difesa nazionalistica, che potrebbe risultare estranea alla sua stessa storia.
Redazione
25/04/2016
(cod austride)