Durante la visita nella moschea principale di Bangui (Repubblica Centrafricana), papa Francesco ha spiegato che “Tra cristiani e musulmani siamo fratelli. Sappiamo bene che gli ultimi avvenimenti e le violenze che hanno scosso il vostro Paese non erano fondati su motivi propriamente religiosi”.
Le cronache e soprattutto i video che girano in rete mostrano che nell’atto di uccidere, fucilare, sgozzare, tagliare o smembrare un’infedele, gli esecutori ringraziano “Dio” gridando a squarciagola Allah Akbar.
Oltre a ciò, tutti i comunicati dell’Isis indirizzati all’Occidente, sono accompagnati da versetti coranici e da lodi ad Allah. Dopo la negazione dell’impegno dei fratelli dell’Isis (migliaia di massacrati) a favore della causa islamica, non sarebbe il caso di smentire la vulgata per cui le ingiustizie piovono unicamente sui poveri, gli indifesi e gli ultimi?
Gianni Toffali
Verona