Lo sciopero generale del 16 dicembre, per di più da parte di due sigle sindacali (la Cgil e la Uil) con la dissociazione della terza (la Cisl) la quale esprime un giudizio diverso (e sostanzialmente positivo) sui risultati del confronto con il governo; mentre quegli stessi contenuti sono divenuti i motivi a sostegno di un’astensione dal lavoro di rilevante significato politico.
Uno sciopero generale ha sempre un valore politico.
Restando a livello tecnico, per quanto riguarda le motivazioni dello sciopero generale, nel dibattito di questi giorni si profila sempre più, quale causa scatenante dell’agitazione, il dissenso sulla distribuzione dei 7 miliardi di riduzione dell’Irpef, all’interno dello stesso universo del lavoro dipendente e dei pensionati.
Il 16 dicembre pare essere il giorno del destino, della catarsi, di un mondo del lavoro che si ribella perché – come è stato scritto – “in Italia c’è sempre di più una enorme questione sociale che merita risposte concrete”.
Lo stesso disagio sociale che Pierpaolo Bombardieri vuole portare in piazza “perché in Italia non va tutto bene”. Così lo sciopero diventa una sorta di esorcismo dei mali del Paese.
Gianluca Bragatto
Si bragatto grazie a quei 8 euro in più sarò sereno se per sbaglio mi si rompe il frigo, oppure finalmente potrò anche io andare in vacanza da qualche parte