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Coronavirus, botta e risposta tra l’assessore e l’onorevole. De Berti: “polemichette provinciali”. Rotta: “insulti generici e sessisti”

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Coronavirus, battibecco sui numeri tra l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti (Lega Nord) e l’onorevole Alessia Rotta (Pd). Di tutto c’è bisogno in questo difficile momento, tranne che di veder litigare le parti politiche in campo. Eppure accade anche questo, attacchi e difese tra due rappresentanti venete, in Regione e in Parlamento, a suon di comunicati e risposte sui social network, perché il clima, anche politico, è carico di tensione e basta una scintilla ad accendere la miccia.

L’ASSESSORE REGIONALE ELISA DE BERTI
“Vorrei tranquillizzare l’on. Rotta – scrive in un comunicato l’assessore alle Infrastrutture della Regione del Veneto, Elisa De Berti – Gli assessori della Giunta regionale del Veneto sono calmissimi. E lavorano con la lucidità che la situazione richiede. Peccato che, caro onorevole, a dire bugie si rischia di essere smentiti dalle nude cifre, che parlano più di qualsiasi polemichetta, che tanto stona in questo clima che dovrebbe essere di collaborazione e unità”.

De Berti attacca dopo le affermazioni di Alessia Rotta riguardo alla carenza di impegno da parte della giunta nel fronteggiare l’epidemia da coronavirus. “La Rotta, tra l’altro, consiglia al presidente e agli assessori di “darsi una calmata” e afferma che i dati relativamente ai materiali fatti affluire dal Commissario di Governo sono sbagliati”.

“L’on. Rotta – prosegue De Berti – sostiene che quanto ho illustrato in ordine alla forniture garantite dal Governo sono errate – riprende l’assessore – Esaminiamo dunque i dati pacatamente e didascalicamente: dal Governo fino a ieri mattina erano stati consegnati in Veneto 123 ventilatori contro una richiesta di 400, 294 mila guanti contro una richiesta di un milione, 771 tute protettive contro una richiesta di 10 mila al giorno, 3.210 mascherine Ffp3 contro una richiesta di 200 mila al giorno”.

“Potrei continuare per molte righe ancora di questo passo, ma non voglio infierire su niente e nessuno – dice De Berti – Resta però il fatto che, avendo assoluta necessità di proteggere i nostri tra 54 mila splendidi medici e infermieri, e i circa 60mila anziani chiusi in 360 case di riposo con una altissima vulnerabilità, la Sanità veneta ha provveduto ad acquistare tutto quel che mancava per attrezzare le terapie intensive che, come forse l’on. Rotta non sa, o fa finta di dimenticare, sono state raddoppiate mentre contestualmente sono stati attrezzati ex ospedali, riaperti per l’occasione nell’ipotesi che – Dio non voglia – anche quegli 850 posti risultassero insufficienti a fronte dell’ulteriore dilagare della pandemia. Mi spiace, ma sono costretto a conteggiare alcuni, soltanto alcuni, acquisti effettuati finora dal Veneto: 376 respiratori per un importo di 5 milioni e mezzo di euro, 520 monitor per altri 5 milioni e mezzo di euro, 13 milioni fra mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3 per una somma che oscilla intorno al 59 milioni di euro, ben 795 letti per terapia intensiva per un importo complessivo di 4 milioni 300 mila euro. E la lista è ancora lunga, molto lunga…”

“On. Rotta – rincara l’assessore – spiace davvero essere costretta a questo sfoggio di cifre mentre tanti veneti lottano contro la morte nelle terapie intensive e semi-intensive, ma lei ci costringe. Ah, dimenticavo: i tamponi, sul cui numero ci accusa di aver fatto i gradassi. Stiamo facendo tutto in casa, i tamponi fisicamente detti e i reagenti, grazie alla splendida collaborazione e intuitività scientifica del professor Crisanti e all’acquisto di una macchina olandese da quasi 500 mila euro (già montata all’azienda ospedaliera di Padova, ma stiamo pensando di acquistarne anche un’altra) che ci consentirà di farne 7 mila al giorno, avendo già messo in sinergia tutte le microbiologie del Veneto e destinando a tale attività il personale di tutti gli altri laboratori d’analisi delle nostre strutture per continuare la caccia ai positivi asintomatici e ai loro contatti.

“Stia serena, on. Rotta – aggiunge l’assessore regionale – dobbiamo farne 20 mila al giorno e vedrà che ci arriveremo in men che non si dica. Anzi, sappia che abbiamo proprio oggi finalizzato l’acquisto di 500 mila test rapidi anticorpali che permetteranno di identificare in appena un quarto d’ora i positivi che hanno già sviluppato l’anticorpo e dunque risparmiare tamponi”.

“Nella speranza che questa epidemia cambi anche un modo di fare politica sulla base di polemichette provinciali e non rispettose del dolore di tante famiglie che guardano alla sanità veneta e ai suoi valorosissimi operatori con speranza, lasciamo l’on. Rotta a riflettere su queste nude cifre e sulla inutilità presuntuosa delle sue affermazioni”, conclude l’Assessore De Berti.

Non si fa attendere la risposta dell’onorevole del Pd, che scrive una lunga risposta sul suo profilo Facebook.

L’ONOREVOLE ALESSIA ROTTA
“Lo dico all’assessore Elisa De Berti con la massima tranquillità e, io, con rispetto istituzionale: è brutto quando si è costretti a replicare e invece di stare nel merito si mettono insieme una serie di insulti generici e sessisti. Mi auguro che il comunicato glielo abbia scritto un uomo”.

Inizia così il post su Facebook dell’onorevole del Pd Alessia Rotta in risposta al comunicato dell’assessore regionale De Berti, post che non risparmia una critica a Zaia e, in chiusura, all’assessore regionale della Lega Roberto Marcato.

“Per ciò che mi riguarda, la tranquillizzo: non sono né iraconda, né isterica, ma, come tutti preoccupata per la situazione di emergenza che stiamo vivendo.

Lo spirito di collaborazione tra governo e regione penso sia uno dei valori del momento. Ed è bene che non sia lei a mettersi a fare di conto su quanti respiratori e Dpi ha trasferito la struttura commissariale nazionale e quanto ha fatto la Regione Veneto perché sarebbe una gara sciocca e che non fa bene a nessuno. Perciò non mi metterò a contraddire le cifre inesatte della De Berti, dopo che i consiglieri regionali attendono di saperle, senza esito, da settimane”.

“Non ho certo polemizzato sulla partita di 30 mila Dpi che sono arrivate lo scorso week end a Verona al Catullo – prosegue Rotta – sbloccate dalla struttura commissariale di Arcuri, messi a disposizione della protezione civile regionale, di cui i primi 10 mila sono andate a Castelfranco veneto, chiedendo quante ne siano rimaste a Verona, una delle province più in difficoltà. Sono certa che la regione le stia destinando con criteri di trasparenza e secondo le necessità. Non sono io a dire che i filtri protettivi valgono quanto un foulard di seta. Lo ha detto il collega di Luca Zaia presidente della Lombardia, Fontana utilizzando paragoni meno edulcorati”.

“Sui Tamponi in tempi non sospetti ho sostenuto – prosegue il deputato – che bene aveva fatto la regione a farne il più alto numero possibile. Personalmente, peraltro, ho firmato un appello nazionale in tale senso. Che ci siano problemi con i reagenti e con il numero di tamponi non è neppure un mistero e non è certo colpa del presidente Zaia. L’intenzione politica, a mio avviso, è giusta, ma non possiamo far intendere da settimane che si possano fare i tamponi fuori dai supermercati a tutti”.

“Come non si può neppure raccontare che, allo stato attuale, medici e personale delle case di riposo siano stati coperti da tampone nell’arco di un giorno. Purtroppo. La colpa della mancanza di tamponi e di una buona intuizione del Professor Crisanti, rimasta purtroppo, inattuata non è di nessuno. Però nessuno si può prendere il merito di una cosa al momento solo annunciata”.

“Il presidente Zaia ci crede – prosegue Rotta – e personalmente ci credo anche io, e infatti ogni giorno in conferenza stampa annuncia che “stiamo per partire. Un po’ di sobrietà comunicativa in questa fase difficile farebbe capire a tutti i cittadini che il suo, come il nostro, è un quotidiano auspicio e che come non è Superman che riesce a fare i tamponi a tutti viste le oggettive difficoltà non è neppure colpa sua se non si parte. Capisco che il mito nazionale che si è creato in queste settimane ne risentirebbe, visto che i non veneti pensano che in questa regione i cittadini vengano visitati per strada e a domicilio, ma la chiarezza è cosa essenziale in questa fase”.

“Perciò occorre avere, tutti cautela, nella giusta strada, e nel comune intento di uscire da questa grave emergenza. Altra cosa è quando il governatore mette la maglia della Lega e diffonde una card dove ridicolizza le risorse economiche che lo Stato italiano destina e destinerà.
Dovrebbe tifare con la stessa maglia italiana, il presidente Luca Zaia, non solo avendo fiducia che quelle risorse ci saranno. E non dovrebbe prestarsi a diffondere uno specchietto che lui sa perfettamente essere ingannevole visto che confront pere con mele mettendo sullo stesso piano gli investimenti diretti italiani – i 25 miliardi di euro più gli oltre 25 miliardi del secondo decreto – contro le risorse potenziali liberate grazie agli investimenti che è la cifra riportata per la Germania e per gli altri stati”.

L’ATTACCO A MARCATO:
“Mandiamo un messaggio per tramite della De Berti anche al suo collega di giunta Marcato – prosegue Rotta – che nella sua quotidiana fake denuncia come lo stato italiano in tempi di Covid aiuterebbe la Tunisia con un prestito, che è tale. Peccato che il prestito sia stato stipulato nel 2017 e rinnovato nel 2019, quando al ministero degli interni e al governo c’era il suo capo di partito Matteo Salvini.

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