Siamo all’ennesimo annuncio che forse è utile alle strategie comunicative del Sindaco ma di certo non alla città. Il periodo sperimentale per l’introduzione del contributo d’accesso dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – partire tra solo un mese e non si sa nulla di come funzionerà il portale sul quale i visitatori dovrebbero registrarsi, di quale sia il numero ritenuto massimo per poi aumentare i costi dei servizi, di come questo numero verrà controllato, di come i flussi verranno gestiti all’interno della città, su quali servizi si ha intenzione di intervenire per incentivare/disincentivare la prenotazione. Non si può governare un’economia così importante solo a suon di interviste. Ci vogliono atti concreti e un dibattito trasparente. In tutto questo rimane il grosso punto interrogativo della reale utilità degli investimenti milionari fatti alla Smart control room: quali dati vengano raccolti, come vengono elaborati e perché non c’è una condivisione puntuale di queste informazioni?
E le domande potrebbero continuare all’infinito. Si pensi ad esempio a chi sarà esente da questa “registrazione”. Chi dovrà raggiungere la città ad esempio per andare in qualche ufficio pubblico o per raggiungere lo studio di un libero professionista cosa dovrà fare? O chi dovrà visitare un parente? O accedere a cure sanitarie? E i famosi tornelli saranno o meno utilizzati?
Abbiamo chiesto ripetutamente di utilizzare questi mesi di pandemia per attrezzarsi alla ripartenza e ora siamo nella stessa situazione di due anni fa. La sola cosa certa è che si avvicina l’ennesimo fine settimana di passione per i visitatori e per i cittadini di Venezia.
Giuseppe Saccà
capogruppo Partito Democratico in Consiglio Comunale
Buongiorno. Vivo a venezia, sono sposata con uno spagnolo e quindi sovente ospitiamo in casa nostra parenti e amici che vengono a farci visita. Non ho ancora capito se e in che modo questa tassa li riguarderà.
Magari sarebbe opportuno informare i veneziani anche su questo aspetto.
Grazie