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Altre chiusure, Confcommercio con Fipe: cartelli “Basta” sulle vetrine per protesta

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Serrande abbassate: ristoratori, titolari e gestori di pubblici esercizi sono costretti a chiudere con altri, pesanti, contraccolpi per la propria attività.
Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia aderisce all’iniziativa nazionale di Fipe, Federazione italiana dei Pubblici esercizi, che invita gli operatori di categoria ad esporre sui propri negozi i cartelli #BASTA, col relativo manifesto, al caos normativo che penalizza le imprese del settore: dal Nazione viene ricordato che 22 Dpcm, 36 Decreti legge, un numero imprecisato di Ordinanze regionali, divergenze tra quanto annunciato e quanto attivato, non possono che provocare un “tira e molla” continuo, foriero di una programmazione e di un lavoro difficile da portare avanti, giorno per giorno.
La chiusura dei pubblici esercizi per tutto il periodo natalizio è un ulteriore stop che porta a 160 le giornate in cui, nel corso di quest’anno, le imprese sono state sottoposte a misure restrittive.
Fipe – Confcommercio chiede alle Istituzioni interventi strutturali:

l’inserimento di misure di sostegno in un Piano di riqualificazione nazionale di Ripresa e Resilienza; chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra collettiva che garantisca indenni adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.

(Rip.)
Serrande abbassate: ristoratori, titolari e gestori di pubblici esercizi sono costretti a chiudere con altri, pesanti, contraccolpi per la propria attività.
Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia aderisce all’iniziativa nazionale di Fipe, Federazione italiana dei Pubblici esercizi, che invita gli operatori di categoria ad esporre sui propri negozi i cartelli #BASTA, col relativo manifesto, al caos normativo che penalizza le imprese del settore: dal Nazione viene ricordato che 22 Dpcm, 36 Decreti legge, un numero imprecisato di Ordinanze regionali, divergenze tra quanto annunciato e quanto attivato, non possono che provocare un “tira e molla” continuo, foriero di una programmazione e di un lavoro difficile da portare avanti, giorno per giorno.
La chiusura dei pubblici esercizi per tutto il periodo natalizio è un ulteriore stop che porta a 160 le giornate in cui, nel corso di quest’anno, le imprese sono state sottoposte a misure restrittive.
Fipe – Confcommercio chiede alle Istituzioni interventi strutturali:

l’inserimento di misure di sostegno in un Piano di riqualificazione nazionale di Ripresa e Resilienza; chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra collettiva che garantisca indenni adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.

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