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Come si prende il Covid: ecco le 4 situazioni più a rischio. Uscire la sera è la 4a

Come si contrae il virus, o meglio: quali sono i principali fattori/situazioni di rischio nell'arco della giornata. La parola del Prof. Massimo Galli, infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano e professore presso di infettivologia all'Università degli Studi di Milano.

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Come si prende il Covid? Vale a dire: quali sono le situazioni codificate come “più a rischio”.
La risposta arriva in maniera chiara e comprensiva, com’è nella sua maniera, dal Prof. Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano.
Intanto una cosa va chiarita subito: giocare sull’orario del coprifuoco può essere davvero pericoloso. Il fatto di uscire la sera, infatti, è proprio il quarto dei quattro fattori di rischio principali.
Il coprifuoco serale dunque serve, “Perché uscire la sera è una delle 4 situazioni della giornata in cui è verosimile avere un rimescolamento di popolazione e diffusione del virus”.
Questi i motivi per cui è giusto mantenere limitazioni al movimento dopo le 22, dice Massimo Galli, infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano e professore presso di infettivologia all’Università degli Studi di Milano.
Le sue dichiarazioni sono arrivate pochi minuti fa, durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre.
“Io ho la nausea dei discorsi sul coprifuoco, – ha esordito Galli – Dico solo che nell’arco della giornata esistono quattro condizioni che implicano movimento e il rimescolarsi della popolazione”.

“Andare al lavoro o a scuola, lo stare al lavoro o a scuola, il tornare a casa e l’uscire la sera”.
“In tutte queste situazioni – ha aggiunto l’esperto – verosimilmente si hanno contatti e ci si mischia con gente diversa, con o senza precauzioni, a seconda dei comportamenti dei singoli individui”.
“È evidente che se devi tenere in piedi le prime tre cose, perché sono quelle che tengono in moto il paese, si finisce per doverne sacrificare o ridimensionare una che comporta un rimescolamento della popolazione completamente diverso dalle altre”.

“Le limitazioni serali servono a questo: a disincentivare i movimenti. Se non si capisce questa cosa si andrà avanti a discutere all’infinito, ma non dovrebbe esser difficile da capire. Se poi ci si vuol fare polemica politica è un’altra questione”.
“Mi rendo conto – ha concluso l’esperto – che ci sono le esigenze di coloro che, di sera hanno la loro attività principale dal punto di vista economico e non riescono a sopravvivere, ma è un’ altra questione”.
“In chiave strettamente epidemiologica c’è la necessità di capire dove è possibile limitare i contatti tra le persone e di conseguenza la diffusione del virus”.

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