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Chiuso Megaupload: intervento dell' Fbi

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Megaupload e' stato chiuso venerdi'. Gli agenti dell'Fbi hanno fatto irruzione nella sede ed hanno disconnesso le macchine portando via i server. Si tratta di una disposizione eseguita dall' Fbi su ordine ordine del Ministero della Giustizia americano.
Megaupload era una delle piu' importanti piattaforme di file sharing esistenti al mondo, ed e' ora accusato di: “gravissime violazioni dei diritti d'autore”. L'operazione ha trovato l'approvazione del presidente francese Sarkozy che si e' pubblicamente complimentato per l'iniziativa a difesa della creativita' degli autori.

Megaupload aveva circa 150 milioni di utenti registrati, non offriva i prodotti da scaricare ma un software che consentiva agli utilizzatori di scaricare file troppo grandi per essere inviati via email. Secondo le accuse dell'associazione dei produttori cinematografici Usa, invece, il sistema sarebbe stato messo in piedi per far ricevere contenuti protetti da copyright, soprattutto film.

L'Fbi ha fisicamente arrestato il fondatore del sistema di condivisione dei files, Kim Schmitz e altri tre dirigenti della società  che gestiva la piattaforma. Altri tre collaboratori del sito erano assenti al momento del blitz e risultano al momento ricercati.

Immediata è stata la risposta del mondo della Rete che da sempre difende strenuamente la liberta' di libera circolazione attraverso internet: i «pirati informatici» di Anonymous hanno lanciato un attacco massiccio che ha colpito il sito del dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti. L'attacco deve aver avuto esito perche' il sito per molte ore e' risultato inaccessibile.
Anonymous si e' scatenata solo dopo 15 minuti la diffusione della notizia della chiusura di Megaupload. Oltre al gia' citato sito del Ministero, ha messo fuori uso il sito dell' Fbi, della casa discografica Universal Music e dell'associazione nazionale discografica Riaa.

Le autorita' americane, mentre cancellavano Megaupload, hanno congelato i 50 milioni di dollari che si trovavano sui conti della società  che risulta registrata con sede legale a Hong Kong. Le accuse per Kim Schmitz e i suoi sono molto gravi: violazione del diritto d'autore a fine di profitto personale. Questo tipo di condotta avrebbe permesso di ricavare illegalmente un profitto di 175 milioni di dollari offrendo sul loro sito film, serie televisive, giochi e altri prodotti illecitamente diffusi.

E' evidente come i governi si stiano muovendo pesantemente su questo fronte. L'iniziativa repressiva arriva a poche ore di distanza dalla grande protesta organizzata sul Web dall'enciclopedia online Wikipedia e seguita da altri siti contro il percorso legislativo dell'approvazione della nuova legge «Stop Online Piracy Act», una legge contro la pirateria web che se sarà  approvata rendera' impossibile – quasi – anche solo parlare di un prodotto coperto da copyright.

[21/01/2012]

mario na.
[redazione@lavocedivenezia.it]

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