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Campo Sinti, le casette fatte dal Comune ora si abbattono: “Per prevenire la marginalità”

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Campo Sinti in via del Granoturco: abbattuti stamattina altri sette moduli abitativi. Colle e Venturini: “Un atto necessario per evitare l’arrivo di altre situazioni di marginalità sociale”.
Ruspe in azione questa mattina al campo Sinti in via del Granoturco a Favaro Veneto, inaugurato nel novembre del 2009.
Dopo i cinque moduli abitativi già rasi al suolo lo scorso anno sono state abbattute oggi altre sette casette, alla presenza della vicesindaco di Venezia, Luciana Colle, e dell’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini.

“Lo scopo – ha spiegato Venturini – è di evitare che le casette rimaste vuote, in stato estremamente degradato e quindi irrecuperabili e inutilizzabili per altri scopi di natura sociale, possano essere occupate da altre persone, magari provenienti da campi nomadi di altre città, creando ulteriori situazioni di tensione e di marginalità sociale. In questi ultimi anni il Comune ha voluto accendere i riflettori sulla situazione del campo, con una particolare attenzione ai diritti dei bambini e all’assolvimento dell’obbligo scolastico”.

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Vicesindaco di Venezia, Luciana Colle, a destra, e l’assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini.

“La nostra volontà – ha ribadito Colle – è di evitare situazioni di marginalità, come quelle che si erano venute a creare in questi anni. L’obiettivo è ridare dignità alle persone e ai luoghi, nel rispetto anche di chi abita in questa zona.

Il nuovo campo Rom nel 2009 era stato voluto dalla Giunta Cacciari e il costo delle casette (e relativi allacciamenti) era stato di quasi 4 milioni di euro. L’iniziativa, per dare una sistemazione decorosa alla popolazione Rom demolendo l’accampamento di via Vallenari, aveva provocato vivaci proteste di privati e comitati che evidenziavano come molti cittadini “regolari” fossero senza casa.

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