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[22/01] La notizia si era rapidamente diffusa ed era stata ripresa da diverse agenzie: accogliendo un emendamento di Rifondazione Comunista, il Comune di Venezia ha deciso di equiparare le famiglie unite dal matrimonio alle coppie di fatto, anche omosessuali, per la partecipazione ai bandi per le case pubbliche.
La cosa non era stata ben accolta dalla Curia. Come riporta l'Ansa: "Tale provvedimento - osserva la Chiesa veneziana - pone sullo stesso piano la famiglia fondata sul matrimonio, e la cosiddetta 'famiglia anagrafica', una realta' diversa".
Non è tardata la replica dell’assessore comunale alle Politiche della residenza, Mara Rumiz, proponente della delibera: "Come già aveva fatto nei giorni scorsi, approvando il Regolamento per lo stanziamento di contributi per le famiglie in difficoltà , il Consiglio comunale ha semplicemente applicato al termine “famiglia” la definizione di cui al Decreto del presidente della Repubblica numero 223 del 30 maggio 1989."Il Decreto - prosegue l'assessore - da vent’anni applicato in tutti gli Uffici di Anagrafe d’Italia, e che all’articolo 4 afferma testualmente: “Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità , adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune. Una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona".
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