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“Carissimo Pinocchio, esisto anch’io”. La Voce di una Murano che non c’è più

Un racconto o storia di vita reale? La confessione di un'opera di un maestro vetraio che avverte sul futuro dell'Isola di Murano.

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C’era una volta, inizia sempre così, poi prosegue con “questa è una favola”, al contrario questa è una storia vera.
C’era una volta, anzi c’è ancora, un’isola vicino a Venezia chiamata Murano, una piccolissima comunità di quasi cinquemila anime, si dice sempre così, ma non ho mai capito perché non si possa dire cinquemila teste, o diecimila gambe e così via, ma non importa, in quest’isola si lavora il vetro da sempre, almeno si dovrebbe.

In quest’isola nasce anche un Maestro vetraio che passerà alla storia, fin da giovanissimo inizia a lavorare nelle fornaci come aiuto apprendista, praticamente scopava e ramazza i pavimenti, ma aveva una grande forza d’animo e non si scoraggiò mai, e piano piano, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno assunse la qualifica di Maestro, qualifica che non viene riconosciuta con un pezzo di carta, o una laurea che puoi comprare anche online, ma viene riconosciuta da tutti gli addetti ai lavori, dai collaboratori, dai clienti che giungevano da ogni parte del mondo per acquistare i suoi capolavori.

Questo meraviglioso Maestro giunto a una certa età si ammala, forse troppo zucchero nel sangue ,forse solo stanchezza, fatto sta che inizia a perdere passione per quello che fa.

Una notte preso da mille ansie decide di andare in fornace e di creare la sua opera più bella, decide di fare un burattino di vetro, a misura naturale. Un’opera non facile da realizzare ,anche perché di burattini il mondo era già pieno, e il più famoso era di legno e si chiamava appunto Pinocchio, ma non ci pensò più di tanto ed iniziò la sua opera.

Quando l’opera fu terminata e assemblata doveva rimanere in tempera per almeno 48 ore, e fu allora che iniziò la storia.

Dalla tempera si sentivano dei lamenti, dapprima molto leggeri, ma con il passare delle ore sempre più forti. Non essendoci nessuno oltre lui iniziò a spaventarsi, anche perché è noto che a Murano ci sono i fantasmi.

Sì signori, ci sono veri fantasmi, una volta quando qualcuno moriva non veniva sepolto in Cimitero, ma si scavava una fossa e buonanotte ai suonatori. Il caso più eclatante è la Chiesa di Santa Chiara, oggi aperta al pubblico come discoteca, ma per molti anni chiusa al pubblico e dedicata come magazzino del proprietario di una storica vetreria, il quale raccontava che all’interno c’era un fantasma di un uomo avvolto da un grande mantello e da un grande cappello nero, il quale ogni volta all’apertura della porta scappava su per le rampe di legno che allora si usavano, perché non c’erano scale. In quella Chiesa abitata da Suore per moltissimi anni venivano anche sepolti i corpi di bambini, che nascevano fuori dai matrimoni dei nobili veneziani e non. In cambio di soldi erano ben felici di servire i nobili.

Il Maestro si avvicinò alla tempera e apri la porticina, fu allora che sentì per la prima volta la voce della sua opera:
– Ciao-
– chi sei ? esclamò il Maestro
– Come chi sono ? sono io, la tua opera, non mi riconosci ? –
Preso dalla paura scivolò per terra, e una volta rialzato trovò il coraggio per rispondere.

– Non può essere, il vetro non può parlare, forse è colpa del vino che ho bevuto ieri sera –
– No – rispose l’opera – sono io, questo è un dono che la Fatina dei vetrai mi ha fatto, ha ritenuto che che tu sia stato così bravo da meritare un dono, è una cosa molto speciale che viene riservata a pochissime persone al mondo, prima di te lo stesso dono fu riservato a Mastro Geppetto, ricordi ? per il suo burattino di legno –
– Si ricordo, ma non è che ci credevo molto che un pezzo di legno potesse parlare… –

– E’ vero, un pezzo di legno non può parlare, come non può parlare un pezzo di vetro dentro alla tempera, ma a volte i miracoli accadono, questo è uno di quei casi, lassù o laggiù hanno deciso che tu sei persona meritevole di tale dono –
– Sono davvero commosso e spaventato… –

– Non devi aver paura, solo tu puoi sentire la mia voce, e solo tu puoi decidere a chi fare dono di questa possibilità di ascoltarmi –
– Questa è bella, io posso fare questo dono a chi voglio io ? –
– Si, proprio così, quindi scegli bene le persone a cui fare dono, non devono essere persone che vogliono solo guadagnare soldi dalle tue opere, dovranno essere persone da bene, no mercanti di pezzi di vetro provenienti da altri paesi –

– Ma qui a Murano ormai non ci sono più queste persone –
– Non importa, tu continua a fare il tuo lavoro, saranno loro i primi a sparire dal mercato –
– Capisco, posso chiederti se senti dolore ? se vuoi abbasso la temperatura –

– No, non sento male per il caldo, sento dolore perché purtroppo stanno scomparendo i Maestri del vetro, quelli veri, quelli che dedicano anima e corpo alle loro opere, e vengono sostituiti con falsi artigiani che nulla c’entrano con la nostra storia –
– Purtroppo è così, che cosa posso fare io per aiutarti a non soffrire ? –
– Devi limitare la tua produzione, vendere i tuoi prodotti solo a chi sai che non venderà le tue opere a venti volte il suo valore –
– Va bene ci proverò –

– Sì, ma dillo anche a tutti i Maestri che conosci, che se vogliono sentire la mia voce, la mia anima, devono anche loro iniziare a lavorare con il cuore, lasciando da parte il mero guadagno, per la smania di comprarsi la macchina nuova, l’orologio di marca, devono impegnarsi davvero al fine di non farmi morire, perché quando nessuno sentirà più la mia voce vorrà dire che Murano è morta … –

anonimo

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10 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. “Caro Matteo, recentemente è emersa la notizia dell’apertura di una nuova sala di esposizione. Questa si troverà nella stessa sede in cui era precedentemente situata un’altra nota vetreria, che ora si è trasferita in locali più ampi. L’affitto, che era già elevato, si prevede che sarà di circa trentamila euro al mese.

    Questa operazione vede coinvolti due figure storiche: una è già proprietario di una vetreria con un fatturato di svariati milioni di euro e possiede alcuni negozi nel centro storico; l’altra, nonostante l’età avanzata, non ha intenzione di ritirarsi e in passato era socio della vetreria precedentemente situata in questi locali.

    Attualmente, c’è una competizione tra le vetrerie per assicurarsi i migliori venditori, che potrebbero guadagnare uno stipendio compreso tra tre e seimila euro al mese. Nonostante la situazione economica generale, per loro non sembra esserci crisi, e il costo del gas è trascurabile.

    Tuttavia, è improbabile che i turisti visitino questi luoghi a meno che non abbiano la fortuna di passeggiare a San Marco e di essere intercettati da uno degli addetti (solitamente soci della vetreria). Questi ultimi potrebbero inviarli alla vetreria con un motoscafo privato, al costo di settanta euro. Si stima che arrivino fino a cento taxi al giorno. Di fronte a queste cifre, è difficile sostenere che a Murano ci sia la crisi.”

    • Leggo sui giornali ” Adesso Murano trema per il gas, paura per la guerra sul Mar Rosso “, spero tanto che se ci saranno aiuti siano solo per chi produce e non per chi ha sale di esposizione, altrimenti diventa una presa per i fondelli come per il super bonus al 110%.

  2. Che stupidaggini, i costi sono determinati dal prezzo del gas , arrivano alle fornaci bollette di centinaia di migliaia di euro al mese, dalle tasse, lo Stato si prende il 70% del profitto. Dai costi della Inps, affitto dei locali estremamente alto a Murano, il costo del lavoro dei collaboratori, se prendono 1500 euro al mese al maestro costano 3000 , il tempo che si lavora dalle 6 di mattina alle 7 di sera. Poi i negozi che criminalizzi ti danno la possibilità di avere una vetrina con una esposizione di pezzi ancora maggiore e di più maestri, così hai più possibilità di scelta. Per quanto riguarda le Ferrari e lo champagne che pensi abbondino per i negozianti, in realtà personalmente vedo solamente padri di famiglia che lottano sommersi da tasse, bollette , cartelle esattoriali e debiti.
    Se vuoi che Murano sopravviva devi comprare e soprattutto spendere, altrimenti si va dai cinesi low costo a comprare m….

    • Capisco le tue preoccupazioni. I costi di produzione, le tasse, e le spese generali possono avere un impatto significativo sulle piccole imprese e gli artigiani. È importante sostenere le economie locali e i mestieri tradizionali come quelli a Murano. Non è così per tutti, ultime notizie dal primo gennaio 2024 chiuderanno du tabaccherie, uno in F.menta Vetrai, l’altro al Ponte Lino Toffolo, sai che cosa apriranno ? due negozi di vetro, e sai chi sarà il nuovo proprietario ? lo stesso che ha altri 24 negozi di vetro. L’importazione di vetro dalla Cina, è un problema noto. Alcuni prodotti di vetro cinesi possono essere venduti come se fossero di Murano, il che può danneggiare la reputazione e l’economia dell’artigianato del vetro di Murano . Ora veniamo ai maestri, se io vado a comprare direttamente da Tizio mi venderà la sua scultura a 10 € se non la voglio rivendere ma la voglio tenere a casa è un vero affare, ma se sono un commerciante la stessa scultura costerà 5 € così che la possano rivendere nelle sale di esposizione a 100 €, il pezzo non lo vende solo a una sala, ma a chiunque si presenti con i soldi, il pezzo viene firmato dal maestro, così quando uno andrà a comprare in una sala correrà il rischio di vederlo esposto in un negozio a 15 € . Questa è la ragione per cui ogni vetreria ha un taxi privato che aspetta il cliente che acquista per portarlo il più velocemente possibile via d a Murano per non correre il rischio di uno storno, difficile da giustificare. Ti posso garantire che ci sono molte più persone di quanto tu possa immaginare che girano non solo con auto di lusso, ma che abitano in castelli principeschi, nessuna invidia o gelosia, voglio semplicemente dire che se i maestri volessero potrebbero essere milionari.

  3. Caro Anonimo, purtroppo sono i maestri vetrai che si sono svenduti all’estero…Canada, USA, Cina, ecc., svendendo contemporaneamente la loro arte e portando verso l’estinzione il mestiere.
    Di conseguenza gli allievi sono divenuti competitors che hanno aggredito il mercato globale portando opere in vetro di basso valore che hanno invaso i negozi locali.

  4. Caro Anonimo, purtroppo sono i maestri vetrai che si sono svenduti all’estero…Canada, USA, Cina, ecc., svendendo contemporaneamente la loro arte e portando verso l’estinzione il mestiere.
    Di conseguenza gli allievi sono divenuti competitors che hanno aggredito il mercato globale portando opere in vetro di basso valore che hanno invaso i negozi locali.
    I marchi non servono, tanto vengono continuamente aggirati.
    L’artigianato del vetro purtroppo è in buona compagnia con altre lavorazioni che stanno compiendo un percorso verso la fine, ma tutte per motivi specifici:
    – vetro per suicidio dei maestri
    – merletto per mancanza di ricambi (a Burano sono stati più bravi ad assimilare i competitors senza scandali con TV varie – ricordare striscia sul vetro)
    – pesca per carenza di risorsa, mancanza di reclutamento e perché è un lavoro troppo pesante per i nostri giovani
    – vari artigiani (falegnami, calzolai, fabbri, ecc.) a Venezia perché sappiamo come evolve Venezia…sempre più un centro commerciale.
    Purtroppo pinocchio di vetro parlerà all’aria…purtroppo la politica indirizza in verso contrario rispetto a quanto da lei scritto…
    Buone feste

  5. La colpa è nostra perché abbiamo valorizzato prodotti scadenti, importanti soprattutto dalla Cina; e poco costosi.
    Così tutti felice di avere in casa una porcheria che però costava poco. Senza pensare che a lungo andare l’artigianato del vetro ( come anche altri tipi di artigianato esempio il falegname) sarebbe andato scomparendo.
    E poi non si e riusciti a far capire ai nostri figli che fare l’artigiano non è un lavoro di second’ordine; anzi!

    • Micaela, i significato del mio racconto vuole parlare soprattutto ai Maestri vetrai più che al consumatore finale, non sono molto interessato a sapere dove e che cosa acquista il turista, quello che intendo dire è che non servono marchi del vetro, o associazioni che garantiscano il prodotto, alla fine servirebbe un certificato che garantisca chi garantisce il prodotto. Non sempre è oro quello che luccica. Se i Maestri smettessero di vendere i loro Pinocchi a gente senza scrupoli, e iniziassero a vendere in proprio nelle loro fornaci i loro lavori, tutto costerebbe meno, sarebbe tutto a chilometro zero, non ci sarebbero più pezzi venduti a venti volte il suo valore, è sconfortante anche per loro sapere che c’è chi guadagna tanto sulla loro salute. Sia la politica a mettere ordine, così come si usava quando Venezia e Murano erano tutelate sotto ogni aspetto, e di certo il vetro di Murano era garantito sotto tutti i punti di vista. Questo non solo ridurrebbe i costi, ma garantirebbe anche che i maestri vetrai ricevano un compenso equo per il loro lavoro.

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