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Le proteste della Fiorentina, Borja Valero: ‘Arbitro bugiardo’

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Borja Valero fiornetina squalifica per nulla

Borja Valero ha dichiarato tutta la sua amarezza, ha sparato parole e concetti che colpiscono come proiettili, anche se i modi sono gentili.

«Mi dispiace per tutto ciò che è successo a Parma. Sono molto deluso, soprattutto dal sistema. Quello che ha scritto l’arbitro nel referto è una bugia, oltreché una mancanza di rispetto alla mia integrità di giocatore e di persona».

Stasera, contro i danesi già tenuti a bada all’andata (1-3), i viola non dovrebbero faticare troppo per arrivare agli ottavi di finale dell’Europa League. Un traguardo che, per le assurde cospirazioni del dio calcio, potrebbe essere con possibile doppia sfida proprio con la Juventus, oggetto degli strali di mezza Italia in questi ultimi giorni.

La testa è ancora al «Tardini», i ricordi sono ancora freschi, del recente campionato.

Borja Valero conferma con disarmante semplicità quello che le immagini documentano al di là di ogni dubbio: «Mi sono avvicinato per separare due giocatori, con il risultato che ho preso uno spintone e sono stato cacciato. Mai, nella mia vita, ho fatto qualcosa contro un arbitro. E mai lo farò. Questo vorrei fosse chiaro a tutti. Il problema non è l’entità della squalifica, ma l’offesa che ho ricevuto come persona. Ho dovuto spiegare a mio figlio, un bambino di 4 anni, le ragioni per cui sono uscito dal campo prima della fine della partita. Ma la verità è che non so neppure io perché è successo. Non dovevo essere espulso».

La ricostruzione giustifica il ricorso inoltrato dalla Fiorentina contro la squalifica per 4 giornate rimediata dal centrocampista spagnolo.
Borja Valero, la prossima settimana, probabilmente giovedì, andrà a Roma per difendersi davanti ai giudici della Corte Federale.

«Visto che Gervasoni non è stato spinto, più che una parziale riduzione della squalifica mi aspetto la cancellazione quasi totale del provvedimento», ha detto Montella. Intanto però lo spagnolo rischia di essere deferito dalla Procura federale per le sue dichiarazioni.

Come noto, in Italia si può subire in silenzio ma non bisogna parlare e lamentarsi, ed ora le ultime uscite rischiano di peggiorare il rapporto tra i viola e la classe arbitrale, mai stato in realtà idilliaco.

La Fiorentina non si lamenta per gli episodi incriminati di Parma (il rigore e l’espulsione di Diakité, legittimi entrambi), ma per la gestione della partita da parte dell’arbitro che progressivamente ha perso il controllo delle operazioni. Anche la Fiorentina, come ha ammesso Montella, ci ha messo del suo, contribuendo a rendere l’ambiente elettrico: «Ho rimproverato la squadra perché protestiamo troppo. Anche se abbiamo ragione, sbagliamo in ogni caso. Ma se dall’ altra parte le nostre affermazioni vengono recepite come discorsi da bar (il riferimento è alle parole del designatore Braschi, ndr ) mi sento offeso e significa che sto parlando con un barista… ». Un’altra frecciata.

Comunque da oggi allenatore e giocatore non parleranno più dei fischietti, è una direttiva della società, spiega Montella «che mi trova l’accordo».

Tocca ora ai dirigenti e alla famiglia Della Valle muoversi presso le istituzioni e non far passare tutto sotto silenzio. Stessa linea di Inter e Roma: la questione arbitrale andrà affrontata in Lega e in Federcalcio.

Montella, intanto, cerca il dialogo in un ambito costruttivo: «Noi dobbiamo fare un passo indietro e chiedo agli arbitri di farne uno in avanti». Parole destinate a cadere nel vuoto. I fischietti sono una casta, sempre sicuri, spesso arroganti e quando sbagliano raramente lo ammettono. «Stiamo vivendo un paradosso. Ci siamo sempre contraddistinti per la capacità di accettare gli errori e ora passiamo per quelli che si lamentano. Mai ho contestato un arbitro pubblicamente, casomai privatamente, ma soltanto per capire. Ho il diritto di chiedere una spiegazione tecnica senza passare per antipatico. Spesso basterebbe dire: ho sbagliato».

Paolo Pradolin

[27/02/2014]

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